Domenica prossima contro gli emiliani del Lentigione, gli azzurri hanno l’opportunità di chiudere in grande stile questo girone di andata costellato di molte cose positive e di alcuni piccoli nei che, comunque, non spostano il giudizio di merito sulla truppa di Iacobelli che si trova addirittura nella possibilità di virare al giro di boa davanti ai rivali rossoblu.

I nei di cui vi parlavo riguardano la sconfitta subita nel derby e le 4 sconfitte casalinghe nelle 9 gare giocate fino ad ora al “Fedini “, decisamente tante se non troppe.

Se il primo caso, derby perso, rientra nell’episodicità dei novanti minuti, merita per me un’analisi più approfondita la seconda circostanza. Partiamo subito con un dato condiviso proprio con il Montevarchi e cioè questo delle quattro battute d’arresto interne. I motivi ? Di certo I tre punti hanno reso meno appetibile la ricerca del pari e, di conseguenza, aumentato le capacità di rischio di tutte le squadre in ogni categoria, facendo spesso dimenticare un po’ a tutti la massima non banale …le partite quando non le puoi vincere non le perdere.

Secondo motivo: una certa omologazione nel gioco, non sempre in meglio e l’incapacità per molte squadre e parecchi giocatori di saper gestire le partite e modularle a seconda del momento o della situazione specifica. In sostanza, un grave vulnus di personalita’ addebitabile a calciatori e tecnici, in linea di massima molto uguali ( qualcuno ha parlato di polli da batteria ma noi vogliamo essere meno cattivi ..). E comunque il calcio di oggi evidenzia di certo più le somiglianze che non le differenze come accadeva in passato. Insomma, nulla credo viene per caso comprese quattro sconfitte in casa (una volta in un campionato di media alta classifica ci volevano minimo due stagioni per collezionarle ). E di sicuro i tifosi azzurri ne hanno fatta scorta duratura se si pensa come la Sangio abbia perso ben 14 delle 26 gare giocate al Fedini: troppe per davvero e da questo punto di vista urge invertire la rotta da subito, ovvero da domenica prossima. Perché anche coi tre punti pareggiare è meglio che perdere. Evviva la banalità.