A cura di Lapo Verniani 

Il 2017 del Marzocco si aprirà con la sfida interna ad una delle squadre più forti del campionato: l’Imolese. Furono proprio gli emiliani che nello scorso Settembre nello stadio gioiello all’interno dell’autodromo inflissero alla truppa allora allenata da Ginestra la prima sconfitta di due mesi terribili, sportivamente e non, facendo così cominciare a scricchiolare il debole castello eretto della gestione Perpignano.

Negli ultimi 365 giorni pensando alla nostra Sangio, ne abbiamo davvero vissute di tutti i colori. Negli ultimi mesi del torneo 2015-2016 la rosa guidata da Gennaro Ruotolo ha raggiunto presto la salvezza senza troppi patemi e anche per questo motivo l’evento che ha catalizzato le attenzione dei tifosi in quei mesi è stata la cavalcata in Coppa Italia intrapresa a partire dal Dicembre scorso con la vittoria interna sul Grosseto. Questa è poi proseguita con l’eliminazione di un Foligno giunto al Fedini con i favori del pronostico ed ha infine raggiunto il suo culmine nelle sfide interne con Matelica e Fondi che erano valevoli rispettivamente per i quarti e la semifinale della competizione. In campo i ragazzi hanno avuto la meglio sulla squadra marchigiana, che si trovava seconda nel suo raggruppamento guidato dalla corazzata Sambenedettese, con Buono e Bettoni autori di due prestazioni più che maiuscole.  Il match fu archiviato con un 2-1 e per il Marzocco segnarono le due punte ovvero Bobo Regoli e De Angelis chiamato, e ci è riuscito in pieno nonostante le assenze per infortunio a sostituire un beniamino della piazza come Walter Invernizzi. Purtroppo la semifinale non ebbe lo stesso esito gli azzurri infatti uscirono sconfitti nel doppio confronto anche con una prestazione al limite dell’incommentabile del direttore di gara sceso in Valdarno per dirigere la sfida di andata (memorabili le ammonizioni mirate a colpire tutti i pezzi da 90 dell’undici azzurro nel giro dei primi venti minuti quasi a voler mettere le cose in chiaro il prima possibile…). Nonostante l’eliminazione resta nella mente di tutti un pomeriggio di grande tifo e passione negli spalti del Comunale come non si vedeva da alcuni anni, almeno dagli ultimi play-off di Seconda Divisione in Lega Pro nel Maggio 2010; e pensare che la squadra della Ricerca (il Fondi è stato acquisito dall’Università Niccolò Cusano) ha voluto espressamente giocare nel pomeriggio per evitare un Fedini ancora più “bollente”.

Conclusa l’esperienza di Coppa e raggiunta la salvezza in campionato per la Sangio si apre una nuova pagina. I Grazi dopo anni di soddisfazioni sportive ma anche di sacrifici economici decidono che è giunto il momento di separarsi dal Marzocco. Per alcune settimane le trattative vanno avanti sotto traccia, si parla di una ripartenza al ribasso con la Marzocco prima e con alcuni imprenditori non meglio definiti poi; i giorni passano e anche a causa dell’ingente monte debitorio non se ne fa di nulla. Il 10 Giugno la Sangio ha un nuovo proprietario: Giuseppe Perpignano che pur presenziando ad ogni match della propria squadra non si è mai presentato alla Piazza, di fatto stroncando ogni possibile rapporto con i tifosi prima ancora che le magagne economiche venissero a galla. Basti pensare che alla conferenza per comunicare  l’avvenuto passaggio di consegne accanto ai Grazi si presentarono un certo avvocato Gianni (vicino alla Sambenedettese) e Daniele Lami ex direttore generale dell’Arezzo.

Nonostante una squadra fatta di ottimi nomi (affiancata da una campagna abbonamenti gestita malissimo “il sogno Lega Pro”) i risultati non arrivano, la Sangio incassa gol a raffica e non produce occasioni. Arrivano le prime sconfitte e ad essere messi sotto accusa sono i giocatori: in breve tempo saltano Crocetti e Napoletano che “curiosamente” non vengono sostituiti da nessuna punta di ruolo. Il capro espiatorio diventa così Ciro Ginestra allenatore ben voluto dal gruppo e da parte della tifoseria, le settimane a cavallo tra ottobre e novembre passano così a parlare se sia giusto o meno esonerarlo. Qualcosa però si sta rompendo, l’atmosfera intorno alla squadra è pesantissima e dopo Fiorenzuola viene aperto il vaso di Pandora: Capitan Mugelli dichiara infatti che se non arriveranno gli stipendi la squadra a Dicembre lascerà in blocco San Giovanni. E’ in quei giorni che nella mente di alcuni volenterosi Sangiovannesi che uniscono le loro forze economiche e con il coordinamento della Marzocco ed il ruolo chiave giocato dal Primo Cittadino Viligiardi si fa strada il sogno di ridare la gloriosa società a gente del posto. Dopo alcune settimane di duro lavoro fatte di riunioni fiume e di estenuanti trattative con Perpignano che nel frattempo si era rifugiato a Genova ed era praticamente impossibile da contattare, il sogno è diventato realtà e così durante il mercato di inizio Dicembre alcuni giocatori hanno si lasciato San Giovanni (Grosso su tutti) ma altri hanno deciso di sposare un progetto finalmente affidabile fondato su basi economico-organizzative solide e che ha come obiettivo quello di salvare la gloriosa Sangiovannese 1927 in campo e fuori.

Il resto per fortuna è storia recente,  in seguito alle dimissioni di Ronca da team manager e di Ciro Ginestra la squadra fortemente ridimensionata non tanto sull’undici titolare quanto sulle seconde linee (da alcune partite in panchina abbiamo solo Juniores classe 1999)è stata affidata ad Andrea Bernini che ha raccolto 4 punti i tre giornate. Frutto di una vittoria a Poggibonsi, dove è tornato a segnare il rientrante Bucaletti, un pareggio con lo Scandicci ed una sconfitta con il Ravenna forse la miglior squadra vista al Fedini in tutto il 2016. La nuova dirigenza si sta dando molto da fare prova ne è il riavvicinamento delle attività imprenditoriali alla squadra ma anche all’interessante collaborazione che si sta sviluppando con il Carpi. Per scoprire se sarà un 2017 ancora di più a tinte biancoazzurre non resta che sostenere la squadra e lottare tutti uniti per un unico obiettivo: LA SALVEZZA (sia economica che sportiva).

PS: e chi sa che non sia davvero arrivato l’anno buono per riassaporare la Partita che tutti da almeno cinque anni aspettiamo…

Nella foto di Mauro Grifoni la straordinaria coreografia della Gradinata Marco Sestini al fischio d’inizio della sfida con il Fondi in Coppa Italia nell’ Aprile scorso.