Di Leonardo De Nicola

Antonio Allegri – detto il Correggio – è stato un pittore del 500 italiano che elaborò un suo stile particolare basato molto sulla profondità delle scene, un innovatore del mondo dell’arte insomma. E questo grasso paesone della “bassa” reggiana ha dato i natali a parecchi personaggi famosi: il cantante Luciano Ligabue, lo scrittore Pier Vittorio Tondelli, il celebre sfortunato maratoneta

di inizio secolo Dorando Pietri, nato nel 1885, nella cittadina reggiana e nel mondo a noi fin troppo caro del pallone l’ex neroazzurro e commentatore di Sky Daniele Adani, il grande Salvatore Bagni e l ‘ex portiere del più grande Modena di sempre Ivano “laio” Corghi, poi tecnico della Sangio di Balestri e Giorgi sul declinare degli anni 60 (a proposito …auguroni cari ai canarini alle prese con il momento più buio di sempre ). Il 13 Aprile di quest’anno, nel turno infrasettimanale, gli emiliani visitavano gli azzurri al Fedini e quel giorno di avanzata primavera gli uomini di Palazzi regalarono una delle poche gioie vere della stagione, con un 3 – 0 del tutto legittimo con doppietta di Morbidelli e goal lampo di Fofana. Vittoria che aveva in un certo senso bilanciato lo 0 – 2 del girone di andata subito in terra reggiana (goal di Landi e di Sciamanna ) per quella che fu l’ultima partita di un tecnico e di un periodo della nostra storia francamente non indimenticabile (tecnico Ciro Ginestra e gestione Perpignano ). La nuova società indigena con il presidente Serafini affidò come è noto la nuova guida tecnica ad Andrea Bernini con altrettanto scarsi risultati sotto il profilo tecnico (ahinoi….)

Nella novantennale storia azzurra sono state appena cinque le formazioni reggiane incrociate: oltre alla Correggese, il Lentigione (2 sconfitte, un pari, una vittoria ),il Brescello  (una vittoria e una sconfitta ), il Guastalla (una vittoria e un pari ) e la più nobile Reggiana (un pari e una sconfitta ). Per quel che può contare, le 12 partite di campionato con le formazioni della provincia di Reggio hanno portato 4 successi, 5 sconfitte e 3 risultati di parità E se io ho qui ricordato il correggese Ivano Corghi passato dalle nostre parti non posso altresì fare a meno di salutare altri due “reggiani ” di provincia: il mio caro Marcello Orlandini, al quale ho reso visita nella sua bella e luminosa casa di Castelnuovo ne’ Monti e che adesso io immagino andar per funghi nel suo bello appennino dominato dalla mole del monte Cusna e Fausto Daolio, il “Paganini ” del Parma anni 70, lui bassaiolo di Guastalla e che tirò gli ultimi calci proprio a San Giovanni in una stagione abbastanza anonima di C2 . Altro non so dirvi se non invitare tutti allo stadio. Questa Sangio volitiva e giovane lo merita e lo meritano (non per piaggeria) questi dirigenti seri e laboriosi.

Domani – Domenica – sono 50 anni esatti dalla morte di Luigi “Gigi” Meroni (nella foto in una dei suoi celebri autoritratti) la farfalla granata del Toro anni 60 scomparso tragicamente in un viale del capoluogo piemontese dopo la gara giocata e vinta contro la Samp. Una vita breve ma come un romanzo; personaggio anticonformista ma non sregolato, viveva con la compagna (una bella giostraia conosciuta al luna park a Genova) in una soffitta di Piazza Vittorio, dipingeva quadri di buona fattura, si disegnava gli abiti su misura: Fabbri in nazionale gli impose il taglio del ciuffo, fu una persona sensibile e pura e un giocatore dal futuro esaltante. Morì Gigi da Como a soli 24 anni ed è giusto oggi ricordarlo ai piu giovani o a chi ne ha vissuto le gesta in bianco e nero televisivo (mitica un’intervista di Enzo Tortora a bordo vasca in piscina per la domenica sportiva ). Un giorno a Finale Ligure il suo sodale compagno granata Fossati se lo vide arrivare con una Balilla restaurata ed una gallina al guinzaglio: si bevve poi 700 km per assistere al matrimonio della sua adorata Cristiana promessa sposa ad un uomo molto piu vecchio di lei e, naturalmente, mai amato (nelle famiglie giostraie dell’epoca usava combinare i matrimoni ). Quasi una scena alla Dustin Hoffman per Gigi che, passato poco tempo, si riprese la sua bella Cristiana provocando nuovo scandalo in una società bigotta come l’Italia pre 68. Eppure, al di la del suo estro, Meroni era di una puntualità straordinaria negli allenamenti e sul campo, difeso da tutti i compagni di squadra. Peraltro

quel 15 ottobre 1967 la Sangio giocò per la quarta giornata del campionato di serie D a Santa Croce sull ‘Arno contro la Cuoiopelli, pareggiando nel finale con un goal segnato da Gino Rizzo, giocatore estroso e di talento come il grande Gigi. Ricordarlo è una cosa che ci rende orgogliosi.

LA CURIOSITÀ

Quella con il correggio sara la partita di campionato 2670 della storia azzurra, con un bilancio fatto di 1030 vittorie, 848 pari e 792 sconfitte. 3328 reti fatte e 2752 al passivo. 146 le presenze in azzurro di capitan Samuele Mugelli, che ha scavalcato Mario “pulle” Ermini ed è ora a sole due lunghezze dal grande Walter Ciappi.