Di Leonardo De Nicola

L’Italia del 1940 era minacciata da nubi di guerra e da lì a poco il nostro paese sarebbe piombato in un’immane catastrofe che avrebbe portato morte, dolore e disperazione. Lo sport ed il pallone continuavano a rotolare ed il regime stringeva i cordoni della libertà ed anche del buon senso: in queste pruderie di stampo autarchico, la nostra Sangiovannese aveva da tempo assunto la brutta denominazione di Dopolavoro San Giovanni e la squadra del presidente Alfredo Merlini e del sor Guido Lenzi sbattavagliava con sommo onore in terza serie nazionale in un girone assolutamente nobile contro Terni, Ascoli, Pesaro, Arezzo, Samb e persino il Cagliari, quest’ultimo vittorioso nei nostri confronti sia al “Galli ” che all’Amsicora nella sfida di ritorno.

Il 21 Aprile del 1940, gli azzurri giocarono per la prima volta in terra romagnola sul campo del Rimini: i grandi alberghi sul lungomare raccontati poi da Fellini in “amarcord ” e gli stabilimenti balneari stavano per ritirar su la baracca, in un clima di festa forzata. E la prima Sangio targata Rumagna battuta per 2 reti a 1 dai biancorossi di casa e con questa formazione: Terrazzi, Nocchi e Cozzolino, Ermini (il pulle , Raner Berti, Comucci, Passetti, Belardi, Zattoni ed Elio Burini, nomi belli ed antichi ma molti dei quali (ahimè) ho fatto in tempo a conoscere personalmente .

Dopo la sofferta vittoria contro gli umbri del Trestina, ora gli azzurri di Iacobelli si apprestano a questa nuova trasferta cesenate contro questo inedito RomagnaCentro già battuto nella partita di andata: a sole due settimane dal derby numero 95 della storia sarà importante far punti sul terreno romagnolo in una città votata – mi pare – quasi esclusivamente al bianconero del Cesena, fondato dall’ex azzurro conte Alberto Rognoni, figura poliedrica di atleta, dirigente e giornalista pungente e creatore del Guerin Sportivo. Poco spazio insomma per questo Romagna che ha comunque buon sangue e onesta classifica. Sarà la prima volta in campionato a Cesena, mai infatti nella sua lunga storia la Sangio ha trovato sulla sua strada la squadra del cavalluccio, se non nella famosa amichevole giocata da noi nel 1975 a suggello delle cessioni in bianconero di De Ponti e del compianto Perissinotto. Ma da questa città laboriosa veniva anche il tecnico Benedetti vincitore nel 2014 del campionato di eccellenza regionale. E vai con il liscio……. è il caso di dire e speriamo che a ballare sul campo siano ancora i nostri avversari. Meno due (settimane ) al big match ma vietate distrazioni di sorta.