Ricorrono i 50 anni del tifo ultras della Sangio: dopo la superba coreografia nel derby la GMS ha previsto altre sorprese e manifestazioni per celebrare degnamente l’evento.

Merita nel frattempo un grande elogio la ricerca compiuta, e qui pubblicata di Martin Casini, in merito a tutti i gruppi che hanno dato vita alla gradinata in questi 50 anni.
E tuttavia, se con la nascita dei “Commandos” nel 1974 si stabilisce l’anno zero del tifo organizzato a San Giovanni qualcosa era già successo precedentemente.

Per dire, nel lontanissimo 1971, e cioè ai tempi della promozione in serie C con Silvano Grassi, il sottoscritto insieme ad un piccolo gruppo di ragazzi, meglio dire di adolescenti. commissionò al pittore Mariotti del Calambrone un piccolo striscione.
Sulla tela, l’artista dipinse un Marzocco sopra ad un pallone ed a fianco la scritta “forza azzurri” i ragazzi di Via Milano.

Ricordo Marco Fratini, Carlo Isidori, Ugo Martellini, Paolo Nuzzi, Paolo Badiali, Antonio Coretta, il compianto Carlo Giardini e altri ancora. Una cosa dettata dall’amicizia ma piuttosto estemporanea, data la giovane età di tutti noi (a proposito, se osservate le foto del tifo ultras anni 70-80 vedrete la presenza sugli spalti di ragazzi giovanissimi) ma comunque, stava cambiando qualcosa anche dalle nostre parti sul modo di andare e di tifare allo stadio.

La Sangio targata Ivo Giorgi diede il là peraltro a tutta una serie di club di tifosi: quello della Gruccia con il caro Aladino, il Bar Sport con il presidente Arnaldo Guidarelli, il Bar Lido (primo presidente Carlo Bracci)  e poi ancora il club biancoazzurro dell’Oltrarno, quello della centrale Enel di Santa Barbara, gli sportivi di Santa Maria.
Tornando alla componente giovanile, quando nel 1974 nacquero i Commandos con lo storico striscione azzurro e le lettere cucite in bianco (Commandos club per la precisione) ci fu un immediata fusione fra i ragazzi di Via Milano e del quartiere Monte ceneri con quelli della scalinata che frequentavano prevalentemente il Bar Valentino di Corso Italia. Il primo magazzino per la custodia del materiale (bandiere, striscioni, tamburi e le immancabili trombe anni 70 con tanto di pesanti batterie al seguito) venne individuato nella casa di Via Milano di due simpatiche sorelle, Clara e Wanda Orsi che si erano generosamente prestate in cambio soltanto di qualche coro a loro rivolto prima di muoversi per lo stadio.

Il corteo composto da una trentina di persone partiva alla domenica proprio da lì al civico 52, attraversando tutta Via Milano che può così definirsi autorevolmente come la strada dove ….tutto ebbe inizio !

In gradinata lo spazio occupato era quello sopra il bar del carissimo amico Giuliano Bettoni: insieme ai tamburi dettavano il ritmo alcuni fusti di benzina colorati di azzurro dal carissimo Piero Gonnelli detto il Ciliegia, I tamburi sistematicamente sfondati ad ogni partita venivano restaurati da Bixio Brandi, musicista nonché suocero di ” Chance ” ,uno degli attuali magazzinieri della Sangio.

Tamburi che a volte disturbavano i presenti, perché tifare in quel modo non sempre era semplice e scontato da accettare ed apprezzare come lo è ai giorni nostri.
Dopo un esperimento artigianale mal riuscito nel creare i fumogeni durante la partita contro il Rimini (quella dell’arbitro Romeo Paparesta poi ripetuta )i fumoni veri, di colore arancione, debuttarono prima di Sangio – Teramo del 1976, il giorno della più incredibile delle “salvezze” arrivata peraltro a spese degli eterni rivali.

Vennero acquistati a Ponsacco dalla ditta Mugnaioni dopo un viaggio che parve un avventura con Pietro Benucci (Giacco), Carlo Isidori, Giordano Lombardi, Paolo Storchi, Stefano Noferi e altri.
Pareva di aver messo le mani su un piccolo tesoro per quelli che erano semplici segnalatori navali che avrebbero comunque caratterizzato le curve e gli stadi negli anni a venire.