L’uscita di scena di Grazi non fa strappare i capelli alla gran parte dei tifosi azzurri, ma il riconoscimento dato da questo sito alla family aretina ci sta e traduce in prosa quel che i numeri hanno evidenziato nell’ambito sportivo in questi anni. Congedandosi dal Fedini con molta emozione, Lorenzo ha ribadito di lasciare la Sangio in buone mani e qui cade l’asino come si diceva una volta. I nomi sussurrati……pss……. dei nuovi padroni non rappresentano il massimo in fatto di precedenti gestioni e di garanzie future ma un quadro più esatto e…….speriamo meno tremolante lo avremo solo quando si aprirà il sipario sulla nuova foresta proprietà del Marzocco. Che in 89 anni di storia non è nuovo agli etrange con un popolo che senza troppa puzza al naso (e si diciamocelo pure fratelli) ha finito per accogliere molti personaggi e non tutti sempre pienamente raccomandabili. Vediamo un po chi ci tocca insomma ed incrociamo le dita. Una mia considerazione finale sulla trattativa indigena: San Giovanni non esprime al momento imprenditori in grado di prendersi la squadra e la mancanza del  “prendi che ti do” che è stato per tanti anni l’incentivo per metter soldi nel pallone sta facendo il resto. L’ipotetica cordata locale penso non abbia avuto forza economica a sufficienza ma anche credo che Grazi sia stato sotto sotto felice di non cedere il pacco a persone con cui ha dato vita a parecchie diatribe in questi anni. Ipotesi e idea del tutto personale……of course.

Ps: a chi viene suggerisco di partire dalle fondamenta. Lo stadio e i servizi sono da tempo fatiscenti, una squadra ha bisogno di avere con se un medico, un massaggiatore, un magazziniere, un segretario, un giardiniere ecc ecc. Trascurare questo vorrebbe dire partire subito col piede sbagliato.