Con la vittoria ai danni del Troina nel turno pre-pasquale di Giovedì scorso, il Bari ha ufficialmente vinto il campionato di Serie D e tra i giocatori protagonisti di questa scalata nel professionismo c’è come noto anche il “nostro” Cosimo Nannini. 23 presenze ed un gol per lui in quest’annata, è stato un’ulteriore campionato di crescita professionale per il terzino mancino che rintracciamo nella sua Incisa Valdarno intento a godersi un po’ di relax dopo tante domeniche in su e in giù per il Sud Italia: ” A livello logistico è stato un anno terrificante – confida in esclusiva alla nostra testata – trasferte anche di 7 ore e in posti perlopiù sconosciuti dove non arrivavi mai vedi Troina in Sicilia. Fortuna però che abbiamo raggiunto quanto prefissato ed è questo quello che più importava”. Un inizio di stagione in sordina per lui, lo scotto di giocare in una piazza così importante s’è fatto sentire: “Venivo in una piazza dove c’era un solo obiettivo da conseguire: vincere. Non c’erano tanti altri risultati, al Bari può star stretta una Serie C figuriamoci una quarta serie e quindi almeno all’inizio questo fatto l’ho forse un po’ pagato anche per le tante pressioni e aspettative che c’erano attorno a noi. Col tempo anche col lavoro il mister mi ha dato più spazio e alla fine sono felice del contributo dato alla squadra. Un sogno che si è avverato diciamo così”. Nel contesto anche la prima esperienza lontana, fin troppo lontana da casa che non ha certo agevolato almeno inizialmente la sua avventura: “Pensavo fosse più semplice devo essere sincero. All’inizio come ovvio c’erano tante aspettative, non sapevo in fondo a cosa andassi incontro ma tornare sole tre volte a casa come Natale, sosta di campionato e ora Pasqua non è stato certo facile. Ma se voglio fare il calciatore da grande non ci sono tante alternative, la possibilità di giocare in una piazza come Bari non ti capita tutti i giorni e io sotto questo profilo mi ritengo molto fortunato. Se avevo mai vinto un campionato ad oggi ? Qualcosa nelle giovanili ma tra i più grandi e sopratutto a Bari e tutt’altra cosa. Avere poi accanto gente come Bolzoni, Brienza o Floriano per citarne alcuni non può che farti crescere ed io a loro come a tutta la squadra devo davvero tanto”. Un percorso di crescita cominciato da una “piccola” realtà come San Giovanni e lui non se lo scorda certo: “Come faccio a scordarmi della Sangio ? Se sono qua, se ho avuto l’onore di vincere a Bari è anche merito dei colori azzurri senza i quali nessuno mi avrebbe cercato. E’ stata una tappa troppo importante, il mio primo campionato da over dove ho imparato molto sopratutto grazie ai consigli di Calori, Scoscini o Mugelli che nel corso della passata annata mi hanno aiutato tantissimo. Vi seguo sempre tanto volentieri e non smetterò mai di tifare per questa società”. C’è anche un Nannini in erba in famiglia, è Duccio il centrocampista del 2003. Sarà lui il futuro azzurro di casa ? “Io lo spero ma con tutto il cuore, se deve scegliere una piazza per crescere spingerò mio fratello verso questa soluzione. Ora è ad Arezzo, ha ancora tanta esperienza da fare e se mai capitasse l’occasione non gli farò certo perdere il treno per venire a San Giovanni”. Il suo futuro è ancora a tinte bianco rosse, un’opportunità importante per la sua consacrazione definitiva nel calcio che conta: “Sono di proprietà del Bari e spero di far parte di questa società anche la prossima stagione. Qui è tutto bello, da una società molto importante ad una tifoseria di Serie A per cui non potrei chiedere di meglio. Ora però onoriamo queste due partite che restano alla conclusione, godiamoci un po’ di vacanze e poi si ripartirà ancora più carichi di oggi”. 

Foto: Mauro Grifoni