Oggi 2 agosto sono 40 anni dal più grande attentato terroristico mai compiuto nel nostro paese: alle 10.25 di una mattina calda e con il paese in odore di vacanze una bomba ad alto potenziale esplose nella sala di attesa di seconda classe provocando la morte di 85 innocenti.
Quella mattina a Bologna si intersecavano le vite di gente comune: le addette al buffet della stazione, la famiglia in viaggio verso le vacanze, un fidanzato pronto a ricongiungersi con la sua amata, il militare di Anghiari con la tanto agognata licenza …Si chiamava Roberto Procelli ed aveva solo 21 anni ed anche lui fa parte di quella lunga lista di sventurati capitati nel posto sbagliato.
Bologna fu l’apoteosi tragica di un decennio di sangue per il nostro paese: la strage di Piazza Fontana, le bombe ai treni, il delitto Moro ed una lunga infinita serie di morti ammazzati …..giovani di ogni parte politica, magistrati, giornalisti, uomini delle forze dell ordine. L’acre odore della polvere da sparo unito a quello del sangue raffermo, le sirene delle autoambulanze e della polizia e poi le inchieste spesso deviate o che non hanno mai fatto vera luce sulla verità. Una verità che sarebbe coscienza di un paese veramente civile, senza lasciare di cercarla solo alle associazioni delle povere vittime delle stragi.
Oggi affiorano e riemergono i volti e le storie di vita comuni dei caduti della stazione di Bologna ed è altresì vero come sia importante non rimuoverli anzi, alla stregua di ciò che ha fatto l’amico Filippo Boni in un mirabile libro dove ha ricostruito le storie degli agenti della scorta di Moro trucidati in via Fani.
40 anni fa l’Italia senza cellulari e senza internet era un paese pronto per le vacanze: la chiusura delle grandi fabbriche del nord e non solo rendevano di fatto il mese di Agosto consacrato alle località di villeggiatura. Era un’Italia che si fermava e Bologna era uno storico crocevia per tutte le destinazioni.
Ai giovani di oggi vorrei dire anche come non si possono esclusivamente ridurre quegli anni all’odore della polvere da sparo o al terrore ma furono certo anni difficili fra conflitti sociali, rivendicazioni, ideologie imperanti e tutto il resto.
E il terrorismo non fu solo e sempre relegato alle grandi città e alle zone industriali: solo per un vero miracolo un treno non deragliò sul ponte del fiume Arno ad Incisa e soltanto il caso evitò una tragedia di dimensioni colossali e drammatiche.
Ricordare oggi la tragedia di Bologna e le vittime del terrorismo è un omaggio alla memoria di chi dopo 40 anni chiede ancora verità e giustizia fra i troppi segreti e le carte impolverate.
Foto: restodelcarlino.it
PS: oggi prima di Bologna – Torino sarà osservato un minuto di raccoglimento allo stadio Dall’Ara. Ci sarebbe piaciuto un ricordo di tutto lo sport 40 anni dopo un immane tragedia.