La partita che, forse, non andava giocata ma che si è dovuta giocare ha assunto i connotati di un manifesto cordoglio. Atmosfera irreale almeno per i primi 45 minuti al “Fedini“, tifoserie ( gemellate ) in silenzio, uno striscione della gradinata scritto in fretta e furia: “Riposa in pace presidente”. Marco Merli non era in effetti il presidente, almeno per i ranghi burocratici, ma lo era per le risorse e l’importanza che destinava ed aveva nell’attuale società .
Dirigenti e tifosi hanno a stento trattenuto le lacrime, la commozione palpabile in ogni settore dello stadio
In campo la Sangio, in maglia bianca, ha provato subito a fare la partita andando in goal con Rotondo dopo 9 minuti dal via. Immediato pari del Poggibonsi e gara giocata a viso aperto e senza quei tatticismi magari attesi dai più. In una giornata da tregenda c’è spazio anche per un malore che colpisce un noto tifoso della gradinata: partita sospesa ed immediato intervento del dottor Guaglio e dei sanitari, tanto per non farci mancare nulla, ma proprio nulla.
Nel secondo tempo si incomincia a tifare da entrambe le parti: il primo coro della Gradinata Marco Sestini è inevitabilmente per il caro Marco, poi tutto sembra scorrere in un apparente normalità con il popolo azzurro a chiedersi tuttavia quando si chiuderanno i conti con il destino, tre presidenti – tre – se ne sono andati in un ventennio. Il goal del 2-1 consegna poi agli azzurri una salvezza strameritata ed incredibile se si pensa a come stavano le cose alla fine del girone di andata.
Un giorno di gennaio feci un mio sondaggio fra i tifosi e le speranze dei più non andavano oltre un possibile play out col vantaggio della gara in casa. Poche le eccezioni e fra queste quella dell’amico Sauro Gosi che parlava di salvezza diretta fra lo scetticismo generale (e anche giustificato). Un girone di ritorno da record, un’impresa vera e propria quella operata dal moschettiere Atos e dai suoi ragazzi, al primo oggi dobbiamo riconoscere grandissimi meriti.
12 mesi fa la gradinata espose uno striscione :“Non c’è nulla da festeggiare”, stavolta invece pur non cambiando l’obbiettivo raggiunto della salvezza ci sarebbe stato molto da festeggiare ……. e alla fine tutto lo stadio ha tributato un lungo applauso alla squadra, anche se la tristezza ha avuto inevitabilmente il sopravvento tra lacrime e commozione al Fedini !