Fonte: notiziariocalcio.com

Il covid-19 ha colpito, e tuttora colpisce, il calcio Dilettantistico. Se la prima ondata della pandemia di coronavirus ha messo in ginocchio il movimento calcistico campanilistico per eccellenza, la seconda rischia di mandarlo definitivamente ko.

Mai come in questo momento è per questo importante ascoltare chi più di tutti può incidere sul movimento dilettantistico e non solo: Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti e vicepresidente vicario della Figc di cui è anche leader di maggioranza relativa in Federcalcio con il suo peso di voti (34 percento). Il presidente, che ringraziamo, si è concesso alle domande della redazione di NotiziarioCalcio.com in esclusiva.

La pandemia sta condizionando pesantemente la Serie D ed i Dilettanti tutti. Sono arrivate però, da più parti, accuse di club che avrebbero “approfittato” della situazione. Lei pensa che ciò sia realmente accaduto e come il nuovo protocollo può in futuro evitare tali situazioni?
«Considerate le difficoltà legate alla pandemia, troverei controproducente per un club anche solo pensare di alterare un equilibrio già piuttosto delicato. Ma se si hanno degli elementi tali da confermare simili comportamenti, bisogna denunciarli nelle sedi opportune. Sicuramente l’aggiornamento del protocollo e del regolamento per il rinvio delle gare porterà ad un miglioramento della situazione generale del campionato».

Quanto tempo ci vorrà per il nuovo protocollo?
«Stiamo aspettando l’ok da parte della FIGC. Dovrebbe essere una questione di giorni. Dopodiché come LND procederemo rapidamente alla sua adozione. Nel frattempo stiamo valutando diverse soluzioni per farci trovare pronti non appena arriverà il via libera».

L’emergenza sanitaria che vive il nostro Paese non solo sta mettendo in difficoltà i club di calcio italiani ma, parliamo ovviamente dei Dilettanti, sembra aver fiaccato anche l’entusiasmo degli appassionati. Molti tifosi in questo 2020 in pratica non hanno mai potuto seguire la loro squadra del cuore allo stadio ed addirittura ci sono club che contano meno di dieci partite disputate in un anno solare. Si sta dilapidando il patrimonio passionale di questo calcio. Come pensa si possa recuperare? Basterà tornare in campo?
«Sono stato tra i primi a lanciare l’allarme sul rischio di disaffezione. Anche per questo come LND abbiamo incentivato la diffusione delle dirette streaming, prodotte direttamente dai club, proprio per favorire il contatto con il territorio e con i propri appassionati. Comprendo bene le difficoltà del momento ma nonostante tutto rimango ottimista: credo che quando si tornerà in campo con regolarità, il ritorno della passione e l’attaccamento del pubblico, potrà essere una conseguenza naturale, ma come istituzione sportiva abbiamo l’obbligo di accompagnare il fenomeno con progetti mirati».

Uno dei temi caldi in questo periodo di forzato stop al calcio giocato riguarda il famigerato vincolo sportivo che il cui abbattimento è stato annunciato stamane dal ministro Spadafora. La Lega Nazionale Dilettanti continuerà a lottare per evitare che ciò accada?
«Assolutamente si, poiché è in ballo l’esistenza stessa del calcio dilettantistico. Se passano queste norme chi investirà più sulla formazione dei giovani? Il vincolo di tesseramento, con le tutele già presenti, costituisce un elemento essenziale di sussistenza per ogni singola società dilettantistica, pertanto va mantenuto nella sua attuale regolamentazione».

Fonti autorevoli sostengono che lei sia il prossimo presidente della Figc. Volendo per un attimo dare credito a queste voci e godendo lei di stima diffusa soprattutto dai suoi colleghi dei Comitati Regionali, premesso che a livello di calcio di base e dilettantistico in generale c’è ancora tantissimo da fare, dovessero chiederle di rinunciare ad una sua candidatura per continuare a lavorare nella LND per il bene del calcio dilettantistico, lei cosa risponderebbe?
«Innanzitutto rispondo che è prematuro fare questo tipo di discorsi. Al momento opportuno, rispetterò la volontà dei delegati assembleari e farò le mie valutazioni. In ogni caso, ritengo che a prescindere dall’azione specifica della Lega Nazionale Dilettanti, la FIGC può e deve svolgere un ruolo strategico per lo sviluppo e il sostegno del calcio di base. Insomma, bisogna ragionare in un’ottica di sistema: i compartimenti stagni, nel nostro mondo, sono assai dannosi».