La Sangio ha 97 anni di vita: come ogni altra squadra di questo mondo ha conosciuto le giornate di gloria e quelle inevitabilmente meno felici.

Ma c’è un elemento ininterrotto che fa da comune denominatore a questo secolo di storia, ovvero l’amore del pubblico di San Giovanni, il popolo azzurro !
Chiunque abbia indossato questa maglia  (a proposito …sarebbe bello tornare a giocare il derby coi nostri veri colori) porta con sé un ricordo indelebile e di San Giovanni e della sua gente.
Ci sono città più grandi della nostra con meno tradizione sportiva, ma, soprattutto, con un decimo dell’affetto che riescono a dare il nostro pubblico e tutti i tifosi.
Domenica la gradinata con l’ennesima prodezza coreografica ha celebrato i 50 anni del tifo organizzato: un brulicare di gente, un unico palpito di generazioni diverse, padri e figli, noi vecchi che abbiamo visto la serie C a più riprese, i più giovani nutriti dai racconti di famiglia, la Sangio di Giorgi e Casprini, quella di De Ponti e Baiano.
Massimo ha ricordato giustamente come basti poco dalle nostre parti per fare scoccare la scintilla di una passione mai sopita: ne dovranno di questo tenere di conto tutti quelli che lavorano e lavoreranno nella società.
Da quando, nel lontano 1927 il grande Alfredo Merlini (che merita col figlio Massimo un ricordo serio) diede vita alla Sangiovannese è stato tutto un susseguirsi di emozioni, un afflato collettivo per spingere gli amati azzurri.
Ecco perché la Sangio vince sempre, anche quando non lo fa sul terreno di gioco. Vince adesso e (toccando ferro e tutto il resto) vincerà sempre anche se dovesse, come già accaduto, scivolare indietro. Cosa ovviamente che non vogliamo !