Ivo Giorgi da Sesto Fiorentino, classe 1925, entra a 40 anni a far parte del consiglio della Unione Sportiva Sangiovannese nel periodo della presidenza Balestri. Di calcio pare non ne sappia molto, ma ha entusiasmo da vendere e quella nuova sfrontatezza da giovane imprenditore che lo porterà lontano. Nella stagione 1969-70 balza al timone del Marzocco, dichiara di volere una grande squadra e una società organizzata. Il suo primo allenatore è Mauro Mari, i suoi primi acquisti sono Carlo Ceccotti attaccante dalla pelata incipiente ma di grandi doti tecniche e poi Cherubini e Lucchese, due giocatori di Verona. Vince il suo primo derby con il Monte grazie ad un goal di Sestini ma deve richiamare in panchina Ivano Corghi al posto di Mari. Ottavo posto finale in classifica ma basi gettate per la successiva stagione, quella del ritorno in serie C dopo 25 anni. La Sangio di Silvano Grassi, del giovane diesse Stefano Chienni e di Gentile, Buffetto e Orlandini, Menciassi, Burini e Kostner, Jacobini, Zanelli, Ceccotti, Cherubini e Ricci che strappa il tagliando per la terza serie mandando in delirio la città intera. Giorgi e la squadra presenziano alla nascita dei club dei tifosi, alla gruccia terra di confine, al Bar dello sport a cui seguiranno presto il Circolo Enel di Santa Barbara, il circolo Santa Maria, il Bar Martini, il Bar Ugo Oltrarno, il Bar Lido gestito dal fratello del presidente.
Nonostante il grande impegno a livello personale la serie C si presenta un duro ostacolo per gli azzurri e, nonostante il cambio di allenatore da Grassi e Giovan Battista Fabbri, alla fine gli azzurri dovranno salutare il campionato retrocedendo con Imola ed Entella Chiavari.
Sono anche gli anni dei ritiri precampionato, prima a Poppi poi a Roccatederighi in Maremma e delle grandi amichevoli estive allo stadio comunale. Sul terreno di Piazza Palermo grazie alle consolidate amicizie di Giorgi nel mondo del calcio che conta arrivano squadre come Fiorentina, Inter, Palermo, Napoli, Bologna, Lazio, Torino e soprattutto la Juventus nella serata del formidabile 3 -3 davanti a oltre 7000 spettatori assiepati persino lungo il terreno di gioco. Si gioca alla luce artificiale con il nuovo impianto di illuminazione inaugurato durante l amichevole con il Taranto.
La stagione 1972-73 si apre all insegna del riscatto con una campagna acquisti faraonica per la Serie D ma che alla fine partorirà il classico topolino, solo sesto posto in classifica che al tempo significava un…..mezzo fallimento o quasi. Greco e Morisco i due allenatori che si alternano sulla panchina azzurra in un annata che vede l’arrivo a San Giovanni del grande attaccante abruzzese Antonio Bonaldi.
Stagione 1973 -74 si va a comporre un tandem storico quello che accanto al presidentissimo vede il tecnico Francesco Petagna – gia allenatore della SPAL in massima serie – ed alcuni suoi discepoli come Bruno Macchia e Gildo Rizzato tutti con lui a Trieste.
Ciappi, Contadini, Campani, Ravenni, Verdiani, Macchia, Lucchese, Cherubini, Bonaldi, Menciassi, Rizzato la squadra del ritorno in terza serie e che fa da preludio ad una stagione fantastica, quella del quarto posto in serie C: pacchetto arretrato invariato con Vastini, Zanardello, De Ponti, Menciassi e Perissinotto per una Sangio da leggenda !!!
E i collaboratori di Giorgi ? Il meglio dell’imprenditoria cittadina e fra questi Vannini e Matteini che poi forneranno il triumvirato della presidenza sul finire degli anni 70.
Intanto nell estate del 1975 uno dei colpi di fantasia più clamorosi del presidente: partito Petagna in direzione di Ferrara, Giorgi chiama a San Giovanni nientemeno che Costanzo Balleri idolo della piazza calcistica montevarchina e, con lui, anche un altro aquilotto doc come Piero Bencini. E’ l’anno della clamorosa salvezza ottenuta proprio a danno della rivale di sempre con la rimonta finale degli azzurri passati da Balleri a Beppe Furelli e Bruno Macchia.
Una salvezza festeggiata alla stregua di un campionato vinto. Fra i tifosi più giovani si segnalano ora i Commandos della gradinata, nati due anni prima sulla scia del dirompente fenomeno ultras negli stadi della penisola. Avendo vissuto in prima persona quei momenti, io ricordo quando andavamo a parlare con Ivo per problemi o suggerimenti inerenti al tifo ed alla sua organizzazione e ricordo la grande pazienza ed anche la carica di entusiasmo che riusciva sempre ad emanare spronandoci sempre e di più.
La stagione 76-77 vede la retrocessione in serie D degli azzurri e nonostante il ritorno in panchina di Petagna. Ma Giorgi resta li, sul ponte di comando alternando qualche collaboratore o direttore sportivo (dopo Chienni è il turno del giornalista Fabrizio Barsotti), anche se qualche minaccioso nuvolone inizia ad intravedersi all orizzonte. Fra l’altro, il presidentissimo deve fare i conti negli anni a venire con un gravissimo lutto familiare e la scomparsa di un figlio per una brutta malattia.
Gli ultimi bagliori della sua grande Sangio sono quelli con Magherini prima e poi Piero Cucchi, la squadra della C2 e dei celebri interminabili spareggi per la promozione.
L’alba degli anni 80 vede la fine della grande era di Ivo al timone della società: Cei, Galeone (un’altra grande intuizione) e poi il triste declino sportivo e personale, lui uomo di successo e sempre al centro dell’attenzione. Petagna, ancora lui, e poi Bazzarini ed un giovane Beppe Morandini gli ultimi tecnici sulla panchina della squadra condannata ad una doppia retrocessione dalla serie C alla promozione regionale. E’ il 1983 e si chiude la grande era Giorgi che ha fatto sognare una città ed un popolo intero. E si chiude purtroppo anche un bel capitolo a livello personale per il presidentissimo che, dopo anni di assenza, ritroveremo allo stadio durante una nuova e gloriosa era per il calcio azzurro come quella di Arduino Casprini amato come l’allievo migliore e degno in tutto e per tutto del vecchio maestro. Giorgi riposerà nel cimitero di Terranuova Bracciolini accanto al figlio prematuramente deceduto negli anni 80 e alla moglie. Lascia altri 3 figli, tanti nipoti e sicuramente un vuoto incolmabile tra gli sportivi sangiovannesi e non solo. 

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