Scritto da Leonardo De Nicola

È stato il più grande juventino della storia con il bianconero cucito dentro la pelle e l’anima. Prima da calciatore con 5 scudetti conquistati sul campo, prima la Juve degli Hansen e di Nuccio Parola poi quella di Charles e Sivori.
E poi i tanti trionfi da dirigente in un calcio lontanissimo da quello attuale. Giampiero Boniperti riuniva i calciatori a Villar Perosa e, chiuso in una piccola stanzetta del centro RIV, sistemava gli ingaggi in un’oretta. Rito classico ed immutabile al quale si sottoponevano i giocatori finendo per rimanere quasi sempre scornati.
È stato lo juventino che ha rappresentato più di ogni altro lo spirito e la storia stessa del club: per stile e per altro ci sono forse avvicinati Viri Rosetta e Gaetano Scirea. Ma “Marisa” come lo avevano chiamato a Firenze per quei suoi boccoli biondi e i modi delicati (non esisteva il politicamente corretto) ha avuto un ruolo da protagonista assoluto in oltre 50 anni di storia bianconera dettandone i tempi ed i modi.
Se ne va a 93 anni un’icona dello sport e del nostro calcio, un mito assoluto della Juventus.