Con il numero dei contagi in aumento di questi giorni e con il “temuto” autunno quasi alle porte appare, in tutta onestà, difficile tornare allo stadio nei tempi e nei modi consacrati, a meno di improbabili interventi sanitari risolutivi.
Nella migliore delle ipotesi si parla di un contingentamento e di un distanziamento degli spettatori sulle tribune e di regole comunque piuttosto rigide da rispettare (e giù ulteriori costi per i controllori eventuali).
Direte voi, adesso, che si tratta di un provvedimento piuttosto semplice da adottare in stadi come il nostro, fra l‘altro da tempo sovradimensionato fra capienza rilevata e reale, ma non è proprio così.
Anche se si va in questa direzione il provvedimento non sarà indolore e potrebbe aprire scenari non favorevoli.
Innanzitutto prepariamoci fin da ora all’assenza degli Ultras e della parte più calda della tifoseria che, da noi, storicamente è ritenuto un valore aggiunto al di là della stessa sostanza numerica. E NON È POCO: pensate solo per un attimo ad un derby con il Montevarchi senza tifo e colore sulle tribune, di fatto una partita quasi qualunque derubricata da una delle sue componenti più belle. Perché appare, fin da adesso, prevedibile come qualsiasi forma di distanziamento renderà inattuabile il modo classico di aggregarsi e di tifare nella misura che conosciamo. Ed insomma, c’è il rischio concreto di passare da uno stadio vuoto ad uno simile ad un teatro all aperto.
Io da tempo ho sostenuto la necessità di riaprire la baracca nelle forme abituali, quando e come sarà possibile, perché RIAPRIRE così non vorrà solo dire la perdita del tifo ma, anche, rischiare di disabituare sempre più un cospicuo numero di persone dal rito della partita domenicale, in un mondo del calcio dilettantistico e non solo già da tempo costretto a fare i conti con l’emorragia di spettatori.
Ovvio anche che, di questa situazione, le società siano in gran parte vittime designate e poco più. Qualcuno porta anche come esempi l’avvenuta e forse frettolosa riapertura di certi locali, tipo discoteche, e ritrovi dove confluiscono molte persone …ravvicinate.
Ma bisogna pur sempre ricordarsi che un conto sono i locali privati, altro gli stadi dove le autorizzazioni appaiono condizionate. E poi questo virus che sembra voler dettare i tempi del nostro mondo contemporaneo, almeno fino a quando non si arriva ad una vera risoluzione.