Domenica abbiamo ammirato il Simone Calori di un tempo. Già, la carta d’identità dice 39 anni ma il giocatore visto col Montevarchi è sembrato essere quello che tanti, fin troppi anni fa spadroneggiava in difesa senza aver paura dell’attaccante di turno. La sentiva questa partita il centrale di Castiglion Fibocchi, con Essoussi è stato un duello continuo dall’inizio alla fine e come risultato finale ne è uscito vincitore. Anzi, trionfatore basta vedere la festa a lui tributata al triplice fischio da tutti i compagni che proprio sotto la Gradinata l’hanno issato al cielo. E la lacrimuccia ci è scappata: “Si, ci è scappata l’ammetto perchè questa maglia porta dentro di se un’emozione unica, solo chi la indossa sa realmente il valore e per me arrivato a 39 anni giocare un altro derby di fronte ad un pubblico eccezionale e con quest’intensità è stato un qualcosa di unico”. Una stagione per lui tra mille mansioni, l’obiettivo però era sempre uno: “Allenarmi al massimo per essere pronto alla Domenica così ho sempre fatto e così farò fino a quando deciderò di giocare. E’ stata per me un’annata strana, ho avuto diversi ruoli sia in campo che fuori dal campo e vedermi portare in trionfo alla fine mi ha fatto tanto piacere davvero perché significa che qualcosa ho trasmesso alla squadra. Ringrazio davvero tutti, dai compagni a tutte le persone vicine alla Sangiovannese e fatemi citare anche Matteo Scoscini che mi ha lasciato la fascia di capitano e permesso di giocare sotto questa veste forse l’ultimo derby della mia carriera”. E ha pure superato Cristiano Caleri nella classifica dei derby giocati, 14 contro 13: “Si gliel’ho detto subito e c’abbiamo scherzato. Cristiano mi ha motivato tantissimo nel corso della settimana, un vero leader come pochi altri ne ho trovati nel corso della mia carriera. E lo stesso mi preme sottolinearlo per la tifoseria; ho girato tante piazze, visto tifoserie importanti ma il clima e l’attaccamento che c’è qui e non l’ho mai riscontrato”. 

Foto by Sangiovannese calcio