Dopo non esserci fatti mancare nulla tra fallimenti e stop ai campionati, nel nostro piccolo un derby programmato in orario Coop …dopo aver visto da un pezzo all’opera dirigenti impreparati e federazioni senza bussola né timone, ecco in ordine sparso la nuova genialata di turno: proibire ai capitani di scendere in campo con la fascia al braccio personalizzata, ovvero reato gravissimo ed elemento impedente nel gioco stesso.
La Fiorentina e i giocatori viola hanno già detto che continueranno ad esibire la fascia in ricordo di David Astori al braccio di capitan Pezzella, impippiandosene tranquillamente di sanzioni e del resto, spero tengano fede alla parola, lasciando poi all’inetto giudice il compito sanzionatorio (Sic).
Un termine dei nostri giorni crea a mio avviso sconcerto e paura ed e “omologazione“, paura del diverso sempre e comunque. Si pensa che la diversità, specie nello sport, sia un limite quando invece rappresenta il motore della passione e della competizione. Nel rispetto generale delle regole, l’interpretazione caso per caso non solo pare dettata dal buon senso ma è propedeutica perché le cose vadano avanti. Da qualche anno la federazione manda in scena l’inno della Serie A, fischiato o comunque poco apprezzato dai tifosi
pronti invece subito a scaldarsi, nel caso della Fiorentina, per la canzone storica di Narciso Parigi che richiama passione, sentimento e affetto vero. Da anni si specula purtroppo sulla gente, il tifoso cliente accetta tutto o deve farlo e forse sarebbe meglio se iniziasse a farlo per davvero ma nella forma esatta e contraria a ciò che il sistema vuole imporre.