Scritto da Massimo Bagiardi 

Era da tanto tempo che non tornavo a casa da una trasferta col giramento di coglioni. Oltre quattro mesi, per la precisione dal 17 dicembre quando prendemmo quattro pere dal Poggibonsi dando l’inizio a una rivoluzione che, fatti alla mano, ci ha portati a una rincorsa che nessuno si sarebbe mai aspettato. Purtroppo, e lo dico a malincuore, pensavo che dopo il successo di Seravezza fosse un gioco archiviare questa pratica vedendo il calendario che ci attendeva, i due punti che abbiamo conquistato tra la gara interna con il Figline, la trasferta di Cenaia e l’altra di ieri non ci mettono al riparo per quanto concerne la permanenza in categoria e se da un lato, perché così era stato detto, poteva anche starci di tornare dall’Armando Picchi con una sconfitta dall’altro, inutile nasconderlo, l’amarezza è davvero tanta per non essere riusciti a portare qualcosa di positivo a San Giovanni soprattutto per come è maturato tale k.o. La differenza l’hanno fatta praticamente i due organici; noi oltre modo rimaneggiati, assenze su assenze da qualche settimana a questa parte, il Livorno un’accozzaglia di giocatori grandi firme che però, in questo determinato momento, può permettersi di mettere in campo non Juniores, come accaduto a noi ieri, ma gente dal pedigree importante (Frati, Cori e Sabattini tra tutti) che anche in un momento morto della partita, come lo è stata nel suo complesso siamo sinceri, possono risolvertela quantomeno te l’aspetti. E la zampata di Sabattini, alla fine, è risultata purtroppo decisiva. È giunta quando tutti accarezzavamo l’idea di portare a casa un punto prezioso, personalmente non ho niente da imputare alla squadra che ha fatto quello che ha potuto proprio alla luce delle tante assenze ma quando sei a un passo dall’obiettivo e, per una determinata ragione, non riesci a raggiungerlo rimandandolo settimana dopo settimana un po’ di ansia cresce, siamo sinceri. Credo però altresì che non ci siano da fare tanti drammi, prendo la classifica e dico che per l’ennesima volta, con due partite alla fine, il destino è nettamente nelle nostre mani e con un eventuale successo domenica prossima (forse potrebbe bastare anche il pareggio pensate un po’…..) contro il Poggibonsi, che sta viaggiando come un treno, sicuramente anche la matematica consentirebbe di alzare le braccia al cielo e coronare il sogno di mantenere la categoria che, soltanto due mesi fa, sembrava difficile da raggiungere almeno senza spareggi. La cosa che, semmai, può preoccupare è che davanti non costruiamo più come una volta e anche l’assenza di Benucci, del quale non ho notizie certe riguardo il suo infortunio, non fa di certo dormire sonni tranquilli considerata la forma non eccellente di Rotondo, di un Cicarevic che a tutti gli effetti è un oggetto misterioso oltre a Canessa che, dopo due mesi di assenza per infortunio, lo si vede ancora fuori dagli schemi. Al netto di tutto questo ripeto che non c’è però da fare nessun dramma; c’è chi sta peggio di noi, e anche se si sta pagando dazio tra infortuni e forma fisica rispetto ad alcune settimane fa credo, con tutta onestà, che non avremo problemi ad arrivare al 5 maggio sicuri della salvezza senza passare dai play-out. L’ho detto, speravo di arrivare a Livorno giusto per farsi la classica gita fuori porta ma l’appuntamento è nuovamente rimandato a domenica prossima dove avremo l’ennesima opportunità per chiudere, definitivamente, ogni discorso possibile. Un dispiacere, insomma, anche per i 200 sangiovannesi (nella foto by ASD Sangiovannese 1927) che dall’inizio alla fine hanno cantato senza sosta. In un Armando Picchi semi deserto echeggiavano solo i loro cori, un qualcosa di bello. Ora non piangiamoci però troppo addosso, carica ragazzi, non abbattiamoci assolutamente per questo passo falso…..  siamo sempre con voi !