Scritto da Massimo Bagiardi 

Credevo, più che altro speravo, che la settimana appena alle spalle fosse quella decisiva per conoscere esattamente il nostro destino societario. Era in calendario questo famoso incontro di giovedì, che poi è andato in scena regolarmente, dal quale in un modo o nell’altro mi attendevo che potesse uscire un qualcosa che tracciasse una linea netta per quel che riguarda il nostro futuro. O bene bene o male male, tanto per intenderci, alla fine ne è venuta fuori una classica fumata grigio chiara che non ha fatto altro che allungare i tempi, alimentare nuovi dubbi e preoccupazioni circa il futuro calcistico della nostra amata Sangiovannese. Se fino a un paio di settimane fa ero piuttosto tranquillo visto che i campionati non erano conclusi e, di conseguenza, il mercato ancora in fase di stallo adesso il tempo scorre abbastanza inesorabile e siamo, a quanto appurato, l’unica società del campionato di Eccellenza Toscana che non ha un gruppo dirigenziale in forza tantomeno un addetto al mercato che possa, se non altro, in questo lasso di tempo, sondare allenatori o giocatori per capire la loro disponibilità a vestire la maglia azzurra. Più fermi di così non si può, giornalmente seppur a piccoli passi le squadre stanno portando avanti la loro opera di programmazione della nuova stagione calcistica e noi siamo qui a interrogarci se saranno i nostri concittadini a comandare o il famoso fondo americano che, a quanto potuto appurare, stando alle voci che sono circolate da Piazza Casprini, abbia fatto un po’ ricredere in positivo gli ex dirigenti azzurri a fronte anche di altre carte che nel frattempo sono giunte sotto i loro occhi. Ma aldilà di questo non c’è la benché minima chiarezza su niente, nessuno parla per i famosi patti di riservatezza e se da un lato Valentina Vadi spinge per l’imprenditoria locale dall’altro io non vedo tutta questa voglia, sempre parlando dei personaggi di San Giovanni, di potersi catapultare in un’avventura che almeno all’inizio deve essere affrontata con entusiasmo a mille e voglia di fare bene. Due aspetti, questi, che non riscontro nei tre soggetti interessati ed è una loro volontà legittima, ci mancherebbe altro. Perché come ho detto più volte in passato nessuno obbliga a calcio, nessuno è chiamato a mettere soldi su di una causa che si non vuole sposare. Controvoglia, per intenderci, si va all’ospedale non si compra di certo un sodalizio calcistico. Mi chiedo, quindi: ma è giusto continuare a battere questa strada? Cercare di convincerli a entrare nel calcio quando non è nel loro primario interesse? E poi, non è che tra un anno siamo punto e capo con questa tarantella ?  Così, a mio modo di vedere, si perde soltanto del tempo e mi auguro, come già fatto nelle prime settimane precedenti, che tra oggi e mercoledì si arrivi a tracciare una benedetta linea, che il sindaco poi prenda soprattutto contatti con i rappresentanti del gruppo statunitense e capisca realmente quali siano le loro intenzioni perché a oggi non è stato fatto. Si è battuta soltanto la pista locale, altre situazioni non sono state nemmeno considerate e siccome da parte del primo cittadino credo sia doveroso ascoltare tutte le campane che si arrivi presto a un faccia a faccia anche con loro per poi giungere a una decisione definitiva. Vogliamo chiarezza, dopo più di un mese dalla fine della stagione non è che si chieda la luna.