Scritto da Massimo Bagiardi

Sono passati otto giorni dalla nostra discesa nel campionato di Eccellenza, personalmente devo ancora metabolizzare questo grosso dispiacere perché se da un lato, come già scritto, avevo forti preoccupazioni sul mantenimento della categoria dall’altro, con tutta onestà, mai pensavo di retrocedere direttamente senza l’ausilio degli spareggi. Ma in una stagione nata male, con tanti inciampi nel mezzo, bisognava forse mettere in conto anche questa eventualità che è caduta come un macigno sulla testa dei dirigenti, che all’atto pratico hanno fatto di tutto per mantenere la categoria con tanti soldi buttati, e dopo su noi tifosi che mai a inizio stagione avremmo immaginato un epilogo del genere. Ma come nella vita anche nel calcio è giusto andare avanti, lasciare alle spalle il passato e guardare al futuro che sicuramente non vedrà Serafini e soci a capo della società ma altre persone che avranno l’onere e l’onore di portare avanti il calcio nella nostra città. Giusto fare una piccola riflessione, nessuno chiude la porta a nessuno tantomeno a investitori provenienti da fuori ma una cosa deve essere chiara fin da subito: la nostra piazza merita un progetto serio. Che non vuol dire risalire per forza e immediatamente (magari) nel campionato di serie D, visto che ci sono anche altre squadre tra tutte Antella e Sansovino già avanti nella programmazione con budget fuori categoria, ma che si programmi un qualcosa che possa innanzitutto riavvicinare più gente possibile allo stadio e poi ottenere risultati sul rettangolo verde. Personalmente, checché ne possano pensare i diretti interessati, all’attuale gruppo dirigenziale non posso che dire grazie per l’impegno soprattutto economico che hanno messo nella causa da circa otto anni a questa parte ma le storie hanno un inizio e una fine e per come si è conclusa la stagione, con una miriade di errori ultimo dei quali la nomina di un mister che col massimo rispetto non è risultato all’altezza della situazione, si spera di poter voltare pagina prima possibile e dare alla nostra quasi centenaria società, di solo calcio sempre bene mettere in evidenza l’aspetto, nuovi stimoli e motivazioni che ci accompagnino nell’immediato futuro. A oggi è impossibile sapere se costruiremo una corazzata o una squadra di medio alta classifica ma San Giovanni, il suo tifo in particolare, ha voglia di stare accanto ai colori del cuore e nemmeno una retrocessione, seppur tanto dolorosa, scalfirà l’affetto che si nutre verso la squadra cittadina.