Stefano Chienni ha attraversato quasi nella loro interezza gli anni dorati della presidenza Giorgi e della Sangiovannese. Lo abbiamo avvicinato in questa intervista che il dirigente ha rilasciato in esclusiva alla nostra testata:

Come e quando incominciò la tua vita in società?
Prima di rispondere alle tue domande permettimi caro Leonardo di esprimerti il mio grazie per ciò che tu fai per conservare la memoria sportiva della nostra Sangiovannese e non è poco. Venendo comunque alla tua domanda, devi sapere che quando ero un ragazzo avevo avuto poca attitudine al calcio praticato. La passione per questo sport però era grandissima; seguivo infatti le partite domenicali al “vecchio” Galli insieme a Giuseppe Castellucci, mio cugino che allora era anche dirigente della Sangiovannese che, vista la mia grande passione e disponibilità, mi coinvolse totalmente: Sestini, Palazzini, Bartoli, Sguazzini, Prini e molti altri furono per me gli eroi delle domeniche calcistiche. Nel 1969 Paolo Donati allora Segretario Generale della Sangiovannese, per le sue indiscusse qualità, venne assunto dalla Lega Nazionale Semi Pro di Firenze. Giuseppe Castellucci mi propose per sostituirlo, presentandomi all’allora Presidente Giuliano Balestri.Così ebbe inizio il mio percorso di dirigente sportivo. In quel periodo l’economia era in continua ascesa ed il futuro era roseo, gli imprenditori locali erano felici ed entusiasti di affacciarsi nel mondo del calcio per dare il loro contributo sociale. Mi ricordo riunioni fiume che nella sede di allora in via Papa Giovanni XXIII duravano fino alle ore piccole, con accese ed appassionate discussioni. Quando poi c’erano da fare delle scelte, nel limite del possibile, nessuno si tirava indietro. Ricordo che in quell’anno fu conquistato il trofeo nazionale Dante Berretti”

Parlaci più approfonditamente di Ivo Giorgi….
“Per definire e descrivere la grandezza di Ivo Giorgi Presidente, credo che non sia sufficiente una mia dichiarazione, la sua storia di dirigente andrebbe raccolta con minuziosità da tutti coloro che lo hanno avvicinato e conosciuto in quegli anni, dirigenti, calciatori, allenatori, giornalisti, collaboratori ed i famigliari che gli furono sempre accanto in primis la signora Marta. Posso comunque ricordare che il suo ingresso in società, succedendo alla presidenza Balestri fu travolgente ma comunque tale da non modificare di molto la struttura e le persone che la componevano. Infatti, da imprenditore dette fiducia e consentì a molti di crescere con quella che era la sua filosofia. Solo un aneddoto su tanti. l’impianto di illuminazione dello stadio….”

Quale il tuo ricordo più bello ?
“I ricordi sono molteplici e tutti ricchi di emozioni, sicuramente la prima promozione in seri C fu entusiasmante come il piazzamento del 1974/75 ed altri ancora, voglio però ricordar un particolare di quella stagione quando Ciappi vinse il Guerin Sportivo come miglior giocatore nel ruolo di portiere della Serie C. Per l’occasione le premiazioni della serie A, B e C furono fatte alla Bussola in Versilia con una cena di gala con spettacolo di Raffaella Carrà è il suo partner artistico Enzo Turci. Io, mia moglie, Giuseppe Balestri e signora con altri dirigenti e famigliari eravamo presenti invitati dal nostro Presidente Ivo Giorgi. Una serata che non dimenticherò mai”

L’affare di mercato più importante di quegli anni ? E magari quello sfumato, si parla di un certo Ciccio Graziani
“La Sangiovannese in quegli anni era sicuramente protagonista , sia nella sessione di luglio che in quella di novembre avevamo il nostro quartier generale Al Gallia o all’Hilton, con due camere più salottino per le trattative, insieme alle più prestigiose società calcistiche di serie A.  Sicuramente le cessioni di De Ponti, Perissinotto, Verdiani, Vastini, Bonaldi ecc…tutte trattative di grande complessità dove a volte non dormivo la notte per ripensare alle clausole e rileggere più volte i contratti. Tutte esperienze di grande livello e per ciascuna ci sarebbe da raccontare qualche aneddoto. Per quanto riguarda Ciccio Graziani, in quell’anno giocava nella primavera Dell arezzo e per correttezza non dico chi fu inviato ad osservarlo. Tutti i calciatori chi più chi meno mi hanno lasciato qualcosa da ricordare, in questo momento il mio pensiero va principalmente a mio cognato Alessandro Campani scomparso lo scorso anno. “pacco” questo era il suo soprannome, sicuramente ricordo con affetto tutti. Luciano Ravenni, Nello Menciassi, Giovanni Burini svezzato da Giovanni Kostner, Adriano Malisan, Marco Vastini, Alessandro Verdiani ma anche tanti altri che ho visto giocare come Fabrizio Betti a Sergio Cianchi. Mi scusino gli altri se ho ricordato prevalentemente quelli legati al nostro territorio non ricordandone molti altri perché dovrei fare un elenco infinito di tanti ex che incontro ancora con grandissimo affetto”

Quando lasciasti la Sangio e perché?
“Dopo una permanenza di circa 11 anni ho lasciato la Sangiovannese dopo la stagione degli spareggi a 5, poi ripetuti per il ritiro della Cerretese, allenatore Piero Cucchi, con qualche polemica e qualche errore da parte mia. Il distacco non fu assolutamente indolore. Sono rientrato richiamato dal presidente Vannini con la Sangio già retrocessa in Promozione, permanenza che culminò con
Lo spareggio di Siena per l’accesso in serie D, ma questa è un’altra storia. Certamente posso affermare che nonostante le mie innumerevoli collaborazioni che ho avuto con moltissime società del nostro territorio il mio affetto, il mio cuore rimarrà prevalentemente verso questa società e verso la squadra della città in cui sono nato e vissuto per molti anni e non vedo l’ora di ripercorrere le sue strade del centro storico. Con sincero affetto! come è scritto su un riconoscimento consegnatomi a suo tempo Stefano Chienni “Azzurro per sempre”. 

Nella foto più sopra un giovanissimo Stefano Chienni ed Ivo Giorgi, di seguito in compagnia di Balestri, Vastini e De Ponti