Sugli episodi recenti di San Siro ci siamo già espressi, così come unanime è stata la condanna verso gli odiosi cori ed ululati rivolti da una parte del pubblico ai giocatori napoletani. E fino a qui tutto normale o quasi. Quello che invece stona in questi primi giorni dell ‘anno è il comportamento silente degli organi federali, dei dirigenti e degli addetti ai lavori sulla scelta nefasta di disputare la finale della Supercoppa italiana il prossimo 16 gennaio a Gedda in Arabia Saudita. Ovvero in un paese che se ne strafotte dei diritti e delle libertà civili e dove la parità di sesso è un optional bello e buono con i biglietti allo stadio riservati ai soli uomini in quasi tutti i settori. Tutto questo nel 2019, eppur non ci si indigna o, se lo si fa, lo si fa a bassa voce per non urtare il conducente col suo bel pacco di denari ad ingolosire Milan, Juve e lega italiana (qui va tutto bene vero Gravina, vero Tommasi e Company ?). Dico tutto questo, come è noto, da milanista convinto ma che, per una volta, attuerà una sorta di disobbedienza morale e civile davanti allo schermo ed alle immagini che la Rai invierà da quel liberissimo paese. E se qualcuno crede che tutto ciò sia giusto non si lamenti poi della politica del doppio binario e della morale dissociata a seconda della convenienza. Per me il calcio italiano si appresta ad offrire un’altra brutta immagine di sé ed occorre gridarlo forte, chiaro senza se e senza ma. Mi godrò Sampdoria -Milan di Coppa Italia a Marassi per saltare poi direttamente a Genoa -Milan di campionato sempre al Ferraris. Gradirei lo facessero in tanti, tifosi delle due squadre si intende, ma dubito fortemente dell’intelligenza del tifoso cliente oramai sbattuto in qua ed in là senza vergogna e spesso con una capacità di autocritica vicino allo zero. Va be’, andiamo al Fedini dove, per fortuna, entrano tutti e sul pratino della gradinata anche qualche bel cagnolino scodinzolante.