Rovigo è città d’acqua e di rugby, il calcio li mai ha attecchito del tutto nonostante le nobili vecchie origini. Il buon maestro d’arme Francesco Gabrielli (scusate se il nome vi richiama alla mente qualcuno a noi più vicino )bfu un rodigino assai attivo negli sports (come allor si scriveva) è sul finire del secolo 800 provò a distillare ai suoi concittadini il nuovo virus del pallone giunto dalla terra d’Albione. Con scarsi risultati, se si guarda alla storia calcistica dei bianco azzurri mai saliti oltre la terza serie in periodi di vacche grasse e del tutto soppiantati nella passione e nel prestigio dalla locale squadra di rugby, vincitrice di titoli importanti. Tutto qua ed è un peccato che i nostri tornino sul delta dopo 7 anni con il fiato già pesante e con un entusiasmo ai minimi termini. Il 16 novembre la Sangio di Tazzioli battezzava lo stadio veneto con un bel successo di misura a firma di Matteo Deinite, un allora venticinquenne nato a Monselice e quindi non molto distante da li. Successo peraltro bissato dai nostri nella partita di ritorno giocata al Fedini e vinta stavolta per 2 reti ad 1 con I goal di Campagnacci e di Corrado Ferracuti da Anzio, ma con la grossa novità di Fabio Fraschetti in panchina al posto del buon Fabrizio allontanato anzitempo da una società tutta Sangiovannese con Andrea Failli alla presidenza e Beppe Morandini nella stanza dei bottoni. Meglio? Peggio? Chissà …I risultati dicono che per ritrovare una partenza così infausta bisogna tornare ad oltre 70 anni fa ma – per quanto riguarda le prestazioni – i miei amici fedelissimi mi dicono che quasi mai la squadra si era espressa su toni così dimessi. E lo sfregio ai 50 anni del nostro stadio c’è tutto con due sconfitte nette e senza appello. Vediamo se la terra veneta bazzicata in sole altre poche occasioni farà invertire la rotta; ai pochi coraggiosi in partenza consiglio cucina di pesce del delta e radicchio rodigino, di questi tempi prima di andare a vedere gli azzurri è decisamente meglio tenersi leggeri. Buona domenica a tutti e buona partita.

PS: In merito al mio articolo su un “altro calcio possibile” vorrei qui ricordare come anche fra le squadre più famose della nostra storia ci fosse ampia partecipazione locale e nonostante categorie diverse e più importanti tecnicamente. Cito la famosa squadra del 1974 quarta in serie C ( e che C) che vedeva otto undicesimi di giocatori residenti in Valdarno o zone limitrofe e rammento anche che il giocatore più bravo della nostra storia…….Francesco Baiano (ave) tutte le sere, dopo l’allenamento prendeva la sua macchina e tornava in famiglia.