Diciamocela tutta…. in base a quale spirito missionario un tifoso o un appassionato devono regalarsi la domenica una bella giornata di freddo, acqua, vento ecc..ecc ?Nessuno, e se per anni andare allo stadio e prendere di tutto è stata la norma e la regola adesso diventa un fastidio insopportabile, una punizione esagerata nei nostri stadi fatiscenti, brutti e poco invitanti: per onorare il povero Astori i tifosi viola hanno domenica riempito il Franchi di lacrime e di commozione, sfidando le ire di giove pluvio e di una primavera che non si vede per davvero: ma, fuori dal contesto emotivo, stadi vuoti e semivuoti per un refrain oramai in voga da anni. In Inghilterra e non solo, in qualunque categoria i tifosi trovano strutture adeguate, tribune coperte e servizi minimi indispensabili. E da noi ? Se ti va bene becchi influenza, raffreddore e varie malattie come se tu andassi ad un escursione in montagna. Si dirà che tutto questo c’è sempre stato….ed è vero ma diciamocela tutta: il mondo è cambiato, a volte in peggio, spesso in meglio e con esso sono cambiate le sensibilità individuali e collettive in tutti i campi della vita. Quando ero ragazzo tenere un cane legato ad una catena era quasi la norma, adesso i nostri adorati cuccioli dormono e vivono in simbiosi con noi ogni ora del giorno. Invece di pontificare ogni giorno su cosa va e cosa non va, discernere su cazzate come tifosi veri e non, si inizi davvero a guardare da vicino i veri problemi che hanno risucchiato la metà degli spettatori negli ultimi 20 anni. E non neghiamo a nessuno un tetto sulla testa ed un gabinetto dove fare i propri bisogni.

Ps: il nostro stadio oramai decisamente obsoleto è nato nel 1966 con criteri architettonici parecchio discutibili, a cominciare dalle tribune non vicine al campo di gioco alla distribuzione degli spazi (inconcepibile perché nacque cosi vicino alla statale 69 per esempio). Sarebbe cosa buona e giusta, oltre ad una bella risestamazione del tetto della tribuna coperta e di tutti i servizi igienici necessari, portare la gradinata anche con capienza minore piu vicino alla rete di recinzione con una doverosa e adeguata copertura, un po’ come sta avvenendo da tutte le parti del mondo ed ora, anche da noi. San Giovanni nonostante tutto rimane un’isola felice, basta che qualcuno si giri intorno o veda coi propri occhi cosa c’è in giro a partire da chi permette di fare partecipare ai campionati squadre costrette a giocare a porte chiuse. E comunque, il pubblico azzurro va solo lodato. Stop.