Lo scorrere delle stagioni ha da sempre accompagnato la storia dell’uomo e, di conseguenza, quella calcistica infinitamente più recente. E dunque, pioggia, vento, fango e sole hanno accompagnato le domeniche di tutti i tifosi e dei calciatori, senza che tutto ciò costituisse un dramma preventivo o motivo di pericoloso sconcerto. Il meteo veniva serenamente accettato con buona pace di tutto e di tutti e, se proprio non si poteva giocare, lo si decideva sul campo con le squadre schierate, gli spettatori sugli spalti e la terna arbitrale. Nella mia non brevissima esistenza ho assistito a tante partite giocate in avverse condizioni atmosferiche e casomai, invece di pensare alla incolumità dei tifosi con ridicolo preavviso, sarebbe meglio dotarsi una volta per tutte di impianti degni di questo nome con tribune coperte e servizi minimi degni della specie umana e, forse in certi casi, persino animale (il nostro stadio per esempio è al limite della indecenza e del degrado) .Una volta, anni 70, trovandomi a Bologna fui spettatore di una sfida giocata dai rossoblu contro la Fiorentina in uno scenario polare e con le tribune completamente innevate, roba da matti (visto con il metro dei giorni nostri). Adesso si stabilisce cinque giorni prima di rinviare una partita, viste le condizioni dei campi, delle tribune, del ghiaccio per gli spettatori, dei parcheggi non funzionali. È un mondo cambiato che, senza adeguarsi, preferisce mettere il cartello di….chiuso per turno ! Ma sopravviveremo, tranquilli.