Scritto da Leonardo De Nicola

La Sangio che promette sfracelli (crediamoci) ha lasciato il buon ritiro di Telese per la più vicina Chianciano, sempre stazione termale. Ma le due settimane nel Sannio ci danno oggi lo spunto per ricordare alcuni azzurri figli della terra campana. Il primo degno di nota fu certo Cozzolino, un bravo giovin studente che approdò a San Giovanni nei primi anni 40 occupando la fascia destra a sostegno della difesa con diligenza e buona velocità. Negli anni 60/70 il presidente Giorgi intratteneva rapporti di lavoro e di…….pallone con industriali dell’area napoletana e l’interscambio di giocatori era assai frequente. Soprattutto dal Gladiator di Santa Maria Capua Vetere e da li sbarcarono personaggi non indimenticabili come l’eterno numero 12 Antonio Izzo, il difensore Fiore e l’attaccante Vanori che il buon Loris trovò negli spogliatoi a frugare nelle altrui tasche. Inferiori alle attese furono senza dubbio il napoletanissimo Coco arrivato all’alba del campionato 1975/76 e con lui il terzino di Agropoli Leccese destinato poi ad un onestà carriera nella Salernitana del Vestuti. Nella Sangio anni ottanta del buon Idillio Cei transitò dalle nostre parti il campano Pesce e poi a fine corsa il mio caro amico Don Francesco Stanzione che io salutavo sempre con riverenza ricordandogli il suo passato a Fuorigrotta in un Napoli piccolo piccolo ma animato da un pubblico caldissimo. E poi…..lo diciamo in coro :si si si grazie Napule per averci dato il più grande di sempre ovvero Francesco Ciccio Baiano, cresciuto all’ombra del San Paolo con un certo Dieghito Maradona e poi esploso a Foggia con Zeman. Baiano……basta la parola e a chi mi dice chi sia stato il più grande che io abbia visto in 50 anni di frequentazione rispondo lui senza esitare. La mia formazione ideale è sottolineata da alcune incertezze in difesa ma da nessuna nel quintetto offensivo per me formato da: Vastini, Genevier, Bonaldi, Baiano col 10 e De Ponti con Nello Menciassi a comporre la mediana per una squadra forse un tantinello sbilanciata ma goduriosa assai. Tornando ai campani in azzurro cito fra gli ultimi Sarno – mai forse del tutto sbocciato – e anche guaglioncello Pica che dopo un avvio promettente si perse per strada. E fra gli allenatori il vate di Ottaviano ovvero il mio caro Giuseppe Sannino, nato sotto u ‘Vesuvio e poi cresciuto a Turin. Ma ribadisco ……si canta O’ sole mio ..volentieri e si omaggia oggi The Best, al secolo Francesco Baiano. E gloria imperitura sia…..

Una piccola divagazione: Venerdi a Taranto il premier ha detto che bisogna coniugare lavoro ed impatti ambientale, Giusto, ma io ricordo che la San Giovanni industriale era una cittadina forse più inquinata ma più felice. Oggi meno inquinamento e più tristezza