Simone Calori è uno che dall’avvento del terzo millennio ha contribuito a costruire la storia più recente della nostra società. Non è l’unico sulla sponda rossoblu che ha vestito i nostri colori, tra i calciatori troviamo Nannini, Lischi, Jukic e Muscas oltre al vice allenatore Massimiliano Adami e al preparatore atletico Gianmaria Bernini. Per lui, comunque, otto stagioni in maglia azzurra, una da allenatore che non è andata poi tanto bene ma ricordi indelebili di un’esperienza che l’ha fatto crescere sotto il profilo professionale e personale. Per la prima volta sarà di fronte alla Sangiovannese sulla panchina del Montevarchi, un qualcosa che in pochi avrebbero immaginato fino a qualche mese fa lui stesso in primis come ci confida in questa intervista che, in esclusiva, ha rilasciato a questo portale: “Non avrei mai immaginato di vestire la maglia rossoblù da giocatore ancor meno da allenatore, sono felicissimo di farlo perché per me rappresenta un’opportunità grandiosa per il mestiere che voglio fare ma nemmeno rinnego i tanti anni che ho passato alla Sangiovannese, dove sono cresciuto sotto ogni punto di vista e a cui devo tanto perché in fondo non ho mai giocato così tanto in una società”. E da persona intelligente qual è sa che tutti non hanno proprio preso bene la sua scelta: “Non sono uno da social, non leggo quello che scrive la gente ma le voci naturalmente mi vengono riportate e so perfettamente che non tutti a San Giovanni, proprio per il mio passato, hanno accettato la mia nuova destinazione. Rientra però in un percorso che vorrei fare da qui ai prossimi anni, non potevo assolutamente rifiutare una chiamata del genere visto che parliamo di una società storica e che ha alle spalle tanti anni di professionismo anche recenti. Se qualcuno non ha digerito questa scelta dico pazienza, so soltanto che a Montevarchi mi trovo molto bene ma non sono certo qui a rinnegare il mio passato in azzurro”. È d’accordo nell’affermare che i valori tra la nostra squadra e la sua alla fine si equivalgono: “Bene o male, come qualità, Sangiovannese e Montevarchi si assomigliano come formazioni ma mentre la Sangiovannese è partita da una minima base già costruita nel corso delle passate annate noi abbiamo completamente stravolto l’organico, l’unico dell’anno scorso che mi è praticamente piovuto dal cielo è Lischi poi sono qui a parlare di un parco giocatori composto da un mix di esperienza e gioventù con tante scommesse che il sottoscritto, assieme al direttore, e alla società ha voluto giocare. Non è stato facile assemblare il tutto ma sto vedendo, settimana dopo settimana, dei progressi che mi fanno assolutamente ben sperare in previsione futura”. Primario obiettivo, quello chiestogli dalla società aquilotta, di poter fare crescere i propri giovani per programmare un domani qualcosa di più importante: “Quando sei di fronte a una rivoluzione come quella portata avanti nel corso dell’estate devi avere come primario obiettivo quello di raggiungere quanto prima la quota salvezza e poi puntare ad altro. Cosa mi ha chiesto la società? Di poter costruire una base per programmare un futuro importante, in rosa abbiamo tanti giovani del nostro vivaio e fino a questo punto ne ho fatti debuttare ben sette tutti nati tra il 2004 e il 2005. Purtroppo abbiamo avuto delle defezioni importanti anche su giocatori che ben conoscete a San Giovanni vedi Nannini o Jukic e questo, se non altro, mi ha permesso di vedere ancora meglio i ragazzi che sono cresciuti nel corso degli anni passati nel settore giovanile rosso blu”. E quando gli chiediamo se stenterà a prendere sonno qualche ora prima della partita risponde tranquillamente. “No no, dormirò. Non è certo come giocare un’altra partita mi pare chiaro ma la sera prendo sempre bene sonno. E sono convinto che sarà così anche nel corso di queste due sere”.