Scritto da Leonardo De Nicola

Mi piace immaginare che Don Francesco Petagna, da me omaggiato a Trieste abbia da lassù accompagnato gli azzurri verso la superba vittoria di Scandicci che ha posto la squadra in un ottima posizione di classifica. E, in perpetua memoria di quello che è stato fra i più grandi tecnici della nostra storia, io vengo qui a ricordare gli incroci fra Sangio e Massese relativi al periodo dove la panca del Marzocco era occupata dai nobili glutei dell’allenatore triestino (di adozione) e che dall’alabarda volle fortemente con se in Valdarno Gildo Rizzato, Bruno Macchia e l’immenso Marco Vastini, che io ho trovato tutti insieme nella Triestina dei primi anni 70 mestamente precipitata in quarta serie ma prontamente risalita grazie anche ai futuri moschettieri azzurri. Per la cronaca, un derby Giuliano fra i “muli” e l’altra squadra cittadina, ovvero la Ponziana, richiamò all’epoca 20 mila spettatori al vecchio Grezar, numeri che oggi paiono irraggiungibili ed impossibili. Noi parlavamo di Petagna per introdurre il discorso sulla Massese di scena al Virgilio Fedini per la 37 esima volta in partite di campionato: sulla panca azzurra il tecnico triestino ha affrontato per 5 volte i bianconeri con 2 successi, 2 sconfitte ed un pari. Nel disastroso torneo interregionale 1982/83 nella partita di andata giocata allo stadio degli oliveti e persa per 4 reti a 0 sedeva in panchina Beppe Morandini sostituito proprio all’indomani della pesante sconfitta da un Petagna vecchio ed affaticato al suo terzo ritorno a San Giovanni e che non servì ad evitare la retrocessione.

In totale sono state 36 le sfide in campionato fra le due nobilissime formazioni con un bilancio di sostanziale equilibrio: 12 successi massesi, 11 della Sangio e 13 incontri finiti in parità.

17 le sfide giocate in Valdarno con 7 vittorie azzurre, 6 pari e 4 affermazioni per la squadra apuana.

Sì va dal primo incontro giocato al Galli il 22 gennaio 1950, finito 3 a 1 per il Marzocco con due goal di Ponticelli ed uno di Biliotti (per la Massese a segno Mario Stagi poi futuro azzurro), all’ ultima sfida giocata al Fedini l’11 ottobre del 2015 ed ancora vinta dai nostri per 2 reti a 0 con i goal di Regoli e di Invernizzi atteso alla sua 23esima segnatura con la maglia azzurra,

Da notare che la Sangio ha vinto le ultime tre partite giocate e che, in assoluto, il risultato che manca da più tempo e ‘il successo bianconero, 2 a 1 in C1 nel gennaio 2008 con le reti di Artistico e Turetta e momentaneo pari di Rebecca. L’ultimo pari lo 0 a 0 della gara di andata della stagione 2014 -15 in serie D.

Resta il fatto che si affrontano due fra le più blasonate squadre del girone: la Massese vanta anche un lontano precedente in serie cadetta nei primi anni 70, ai tempi del presidentissimo Vieri Rosati, Ed io ancor oggi ricordo, nelle figu Panini, la squadra apuana di Pinardi con la maglia a righe sottili bianconera di Violo, Zana, Nimis, Albanese e compagnia bella che scrisse una pagina importante del non sempre felicissimo calcio apuano, spesso costretto a fare i conti con allegre gestioni societarie e presidenti senza troppo futuro. La partita comunque risulta appetibile e merita una degna cornice di pubblico. Buona domenica !

PS: la partita contro la Massese mi porta oggi a ricordare un caro amico di via Milano, scomparso 40 anni fa a soli 22 anni mentre si stava allenando al pallone tecnostatico di via Genova. Parlo di Fulvio Romei, il caro “verdea” giocatore del Galli basket ed in quei tragici giorni impegnato nel servizio di leva presso la squadra delle forze armate. I tifosi della Sangio in occasione della partita casalinga con la Massese in C2 dell’autunno del 1978 omaggiarono e ricordarono il giovane sfortunato sangiovannese che aveva militato anche nel settore giovanile azzurro prima di passare al basket. Sono passati già 40 anni ma il mio ricordo di Fulvio non è mai sbiadito, amico e vicino di casa. Lacrime….

Nella foto la Triestina targata Petagna 1972/73: guardate in basso da sinistra il primo è Gildo Rizzato, il secondo con la fascia di capitano Bruno Macchia, l’ultimo a destra il grande Marco Vastini, Tutti e tre l’anno successivo seguiranno l’allenatore a San Giovanni per fare grandi gli azzurri. Foto tratta dal libro La storia della Triestina di Dante Di Ragogna, Luglio editore Trieste.