La presa di Albalonga sopra raffigurata da Talita De Nicola

Si va a casa di Emilio Budruni, 78 goal e 199 presenze ….ovvero il cannoniere di sempre della storia azzurro. E questo dato già basta e avanza direi per rendere speciale la prima trasferta laziale della Sangio.

Nato ad Albano nel 1969, il giocatore ebbe anche il merito e l’onore di assaggiare il grande calcio esordendo ventenne nel Cagliari di Carletto Mazzone e per giunta in una partita a San Siro contro la Inter.

A fine stagione il passaggio dalla squadra isolana all’Ischia e da lì una carriera più che onorevole fatta di molti goal. Da noi il prode Emily arriva a torneo iniziato nel settembre del 1995, si allena con la rappresentativa dei disoccupati al Ciocco quando viene segnalato e scovato da Beppe Morandini che lo porta in azzurro col beneplacito dei nuovi dirigenti e fra questi di certo Tinacci, Focardi e Casprini. L’esordio è col botto, subito in goal a Sesto nonostante l’1 a 3 conclusivo e subito il bis 7 giorni più tardi a San Marino. Morale della favola, questo Budruni è il più bravo del baccellaio e alla fin fine saranno 21 i goal messi a segno per la gioia di Sorbi e di tutti gli sportivi.

Il 25 marzo del 2001 sigla a Viareggio il suo 78esimo goal in maglia azzurra lasciando poi la squadra ma non la città anche per alcuni dissapori con il tecnico di allora Leonardo Acori, un altro laziale ma milanista di fede calcistica. A differenza del bomber di Albano che ama visceralmente la sua Lazio e non perde occasione per sottolinearne il proprio tifo. E fuori dal campo questo Budruni come è? Una persona che all’inizio entra subito in gran sintonia con il paese ma che poi tende un po’ ad incupirsi nei momenti meno felici ma io lo ricordo sempre con affetto come quando lo vidi al capezzale di mamma oppure quando fu ospite alla presentazione del libro dei 90 anni in palazzo di Arnolfo, a differenza di qualche altro bellimbusto. Ed insomma, un grande attaccante che abbiamo visto buttarla dentro nei modi più diversi ed io ricordo ancora quella grande corsa in gradinata dopo un goal segnato al Gualdo e lo stadio pieno.

Calori e Caleri divisi da una vocale sono stati a lungo compagni di Emilio a cui va il pensiero di tutto il nostro popolo in questa prima sfida contro la squadra dei colli Albano che porta il nome della vecchia città di Albalonga, distrutta dai romani sotto Tullio Ostilio nel 673 a.c. Storia e leggenda che parte da quando Rea Silvia, figlia del re Albano Numitore decise di farsi vestale e di prendere quindi il voto di castità. Ma rimasta incinta da Dio Marte partorì due gemelli, Romolo e Remo abbandonati sulle sponde del fiume Tevere e qui raccolti da Acca Larentia, una meretrice del tempo e cioè una “lupa” per dirsela tutta alla romana. I due gemelli allevati e cresciuti restituiranno la città al nonno Numitore maturando il diritto di crearne una nuova, Roma.

Col crescere di quest’ultima le due città vennero sempre più in contrasto fra di loro dando il là ad una guerra infinita. Fu allora così che il nuovo re Albano Fufelio decise di dirimere la questione con una disfida fra 3 fratelli romani e cioè gli Orazi e tre di Albalonga, i Curiazi. Vinsero i primi, la città venne distrutta ed i suoi abitanti trasferiti a Roma presso il Celio.

Storia o leggenda poco importa: domani non è una trasferta insignificante per la Sangiovannese. Bomberini cari onorate sempre la maglia ed il buon Budruni che ci guarda dall’alto delle sue 78 prodezze !