Di Leonardo De Nicola

La Sangio fa dunque 2 su 2 in casa, esattamente come 24 mesi fa quando superò in ordine Imolese e Romagna Centro prima di cadere in casa contro il Montevarchi alla giornata numero 6, terza partita giocata al vecchio “Fedini”. Ed allora, visto che mancano solo 7 giorni al derby numero 99 sarà bene qui fare tutti gli scongiuri del caso e ricordare ancora a chi di dovere come porti sfiga giocare la partita coi cugini con la maglia bianca (non è solo una superstizione tranchant ma un dato oggettivo suffragato dai numeri, ultime 3 sfide in casa in stile merengues con 2 sconfitte ed un pari). Per approcciare ancora meglio la “partitissima” che vale una bella fetta di stagione ecco la trasferta in val di Ema sul campo del Grassina, squadra che gli azzurri ritrovano dopo quasi 22 anni di assenza e più precisamente dal 22 febbraio del 1998 quando un goal del tifosissimo granata Alessio Di Mella permise agli uomini di Marco Maestripieri di espugnare il terreno rossoverde. Fu la seconda vittoria ottenuta in 8 partite giocate in campo esterno, la prima risale invece al 5 gennaio 1986, un bel 2 a 0 con i goal dei gemelli Giachi e Casucci, entrambi ex rossoblù.

Per il resto 3 pari e ben 3 sconfitte su un campo dunque tradizionalmente mai agevole per i nostri amati colori, soprattutto quando si giocava al vecchio campo grassinese dietro la casa del Popolo, una vera e propria fossa dei leoni. Qui ricordo una sconfitta amarissima in Eccellenza alla prima giornata ai tempi di capitan Lucarelli: la squadra indicata da tutti come favorita del campionato e reduce da un suntuoso ritiro estivo a Gubbio pagò subito dazio pesante in riva all’Ema anche se, per molti aspetti, quella fu una sconfitta potenzialmente salutare che aiutò subito a calarsi in categoria.

Il 25 settembre del 1983 una Sangio in piena ricostruzione pareggiava a reti bianche a Grassina. La grande presidenza Giorgi aveva lasciato diverse macerie ed il club del marzocco aveva chiamato al suo capezzale alcuni volenterosi dirigenti per una ripartenza difficile: il presidente era stato individuato in Luciano Pedini che, da Firenze, aveva aperto un grande stoccaggio per le auto lungo la statale 69 e gli altri erano Massimo De Nicola, Mannozzi, Garuglieri, Enzo Vannini e qualche volenteroso aggregato camion facendo. Questo Pedini tornerà più tardi a fare parlare di sé come dirigente del basket fiorentino ma soprattutto come tifoso viola assai accanito venuto alle prese in tribuna niente di meno che con l’amministratore del Milan Adriano Galliani in una partita del 2013, giocata al Franchi ed assai turbolenta.

E sempre nel vecchio campo grassinese io ricordo la trasferta del 1990 in promozione quando un volontario della società scomparso da un po’ …riuscì a sistemare il sottoscritto ed il compianto e carissimo amico operatore Carlino Borsi sul tetto del circolo per permettere una migliore visibilità nelle riprese televisive. Per la cronaca la partita finì 1 a 1, rete di Pietro Di Franco dagli undici metri e pari di Terrosi con gran tiro da fuori. Avevo l’Opel Kadett station wagon bianca che mi aspettava nel parcheggio ed un improbabile giacca a quadri. Sono passati già quasi 30 anni tanto per dire …come il tempo ci passi a folle velocità !

Chiudo ora dandovi il conto generale delle sfide fra Sangio e Grassina: 16 gare in campionato a livello di promozione, eccellenza e serie D con 8 vittorie, 3 sconfitte e 5 pareggi. Il Grassina non ci batte da 26 anni ma si è giocato assai poco e la partita fra azzurri del cielo e del mare e rossoverdi non termina in parità addirittura dalla stagione 1990-91 ed esattamente dalla sfida sul tetto da me citata poco sopra.

Saranno tanti i tifosi azzurri in questa vicina trasferta quando l’aria del derby avvolge come in una nuvola ogni tifoso di buona volontà. Ma per arrivare bene alla sfida numero 99 coi rivali di sempre sarebbe opportuno uscire bene da questa partita nel contado fiorentino e pensare solo a questa gara. C’era un tempo in cui Grassina e Firenze erano divise dalla campagna e la strada era tutto uno sviaggio di cavalli e Barocci pieni di panni da lavare. Perché Grassina era il paese delle lavandaie e tutta la biancheria ed il resto della Firenze bene veniva li portata dalla cure, dal campo Marte e dai quei buoni nuovi quartieri della borghesia cittadina che si installava nelle zone nuove di una città ridisegnata dall’architetto Poggi e liberata così dal giogo medievale e rinascimentale.

Domani lì si suda e si gioca prima di tuffarsi in un derby mai settembrino in campionato e che sarà dettagliato argomento dei nostri prossimi numeri. Forza Azzurri !

PS: il nostro sito nella settimana del derby numero 99 della storia vi ricorda di non perdere le appuntamento con i numeri, i protagonisti e le curiosità sulla partita più attesa da tutti. Mercoledì e giovedì i nostri due speciali su Sangio – Monte