Se davvero nel mare delle incertezze che circondano la ripresa dell’attività sarà confermata l’uscita di scena di Del Grosso sarà una perdita grave per il calcio azzurro.
Al di là delle qualità del soggetto in questione e di qualche umano limite, la figura del direttore ha rappresentato il collante, la garanzia di questi anni trascorsi con oggettive difficoltà economiche e con budget a disposizione assai limitati per una piazza importante come la nostra. Una figura di “competenza” ma anche capace di infondere una linea di marcia definita. Non conosco quanto il direttore potesse incidere sul bilancio annuale della società, resto dell’idea che quando si va al mercato con pochi soldi e si deve mettere qualcosa nella borsa della spesa è importante affidarsi ancor di più a persone esperte e lungimiranti.
Del Grosso è stato un bravo dirigente che non sempre avrà fatto la ciambella con il buco ma che è stato determinante nel portare avanti la baracca.
Nel momento degli addii, poi, bisogna considerare anche i motivi di scollamento fra le persone che non posso qui testimoniare ed anche magari la legittima ambizione del soggetto a sperimentare qualcosa in più di una semplice salvezza dopo anni in una piazza comunque prestigiosa e, che, in un certo qual modo ha anche permesso a lui stesso di acquisire prestigio in più.
Cosi come lo stesso direttore, potrebbe alla fin fine anche prendersi il cosiddetto anno sabbatico in attesa di un nuovo e, presumo, prestigioso incarico sportivo.
L’addio del “cardinale” che pare certo anche se privo al momento di dichiarazioni ufficiali da parte della società è un duro colpo per il futuro che, dalle poche parole di Merli, sembra tuttavia non trovi impreparata la nostra dirigenza. E sarà importante affidare la struttura tecnica a un’altra persona competente e credibile, tanto più ripeto quando non si sguazza nell’oro (cosa che al momento del resto credo .. sia largamente condivisa da parecchie società).
Detto tutto questo con rammarico ma anche con la consapevolezza che nello sport uomini ed accadimenti passano inevitabilmente, due riflessioni sul progetto annunciato dalla lega di Serie D in merito alle classifiche stagionali. Ok per la prima squadra promossa (alla quale credo si accoderanno, se lo riterranno opportuno, diverse seconde “pesanti”) ma ritengo sbagliatissimo allargare le retrocessioni alle ultime 4 squadre, cosa che innesta polemiche e reclami legittimi. In buona sostanza i campionati “congelati” portano all’annullamento delle retrocessioni, qui si fa ancora di più prendendo terz’ultima e quart’ultima incuranti del paracadute dei Play Out finali. In mancanza specifica di un regolamento (che penso adesso sarà quantomeno dibattuto se non scritto)  qualsiasi formula che non salvi l’integrità quasi totale delle classifiche appare maldestra. Per non parlare dei ventilati Play Off nella massima serie che sfiorano il ridicolo. A parte che, a chi scrive, gli spareggi post campionato non sono mai particolarmente piaciuti ma voi ci pensate uno scudetto vinto da una squadra che al momento dello stop forzato era a 20 punti dalla capolista ? Facciamo i seri per una volta…..se ci riesce !!!!

PS: Ho letto in questi giorni un articolo che diceva come una città in questione si era svegliata meglio perché la propria squadra non retrocedeva grazie allo stop dei campionati.
Ora, con tutta l’importanza del caso e il bene provato verso le nostre squadre del cuore, io vorrei sperare che una città si svegliasse davvero contenta perché l’epidemia sta passando, perché i posti di lavoro sono salvi ecc ecc. A volte i titoli e le parole credo che andrebbero, oggi come oggi, dosati con un attenzione maggiore. E senza retorica alcuna perché tutti abbiamo dato e consideriamo lo sport importante.