L’ultima grande rivoluzione tecnica in casa azzurra prima dell’attuale risale al campionato di serie D 1997-98, quello per interderci di Trillini (nella foto) e di Maestripieri in panchina. Qualche analogia la si trova ma anche parecchie differenze, a cominciare dal diverso assetto societario e dagli obbiettivi rincorsi. 25 anni fa si respirava a San Giovanni un’aria diversa con una società forte ed ambiziosa: Casprini e i suoi uomini avevano varato sulla carta una squadra altamente competitiva per puntare al primo posto con gli acquisti del trio del Sansepolcro CappelliRenzoniBusilacchi (che nostalgia ricordare il povero Fabio), Di Mella dal Siena, Telari dalla Samb, Fantini dalla Torres e Benatti dall’Arezzo più altri acquisti di giovani interessanti. La squadra, affidata al tecnico marchigiano Sauro Trillini venne presentata all’Ardenza in un clima di grande entusiasmo: con chi scrive vi erano anche i cari amici Paolo Storchi alla conduzione con Walter Sterbini e Nino Fabis ad allietare il tutto con la loro bella musica. Ben altro clima insomma, rispetto a quello più dimesso dei nostri giorni. Poi nel calcio si sa, ci sono dei meccanismi strani e le stagioni partite in gloria e cariche di speranze non sempre si riescono a rimetterle in sesto anche indipendentemente dalla scelte fatte e persino dal valore stesso dei calciatori in organico. E così fu quell’anno, con la Sangiovannese alla fine classificata con un anonimo ottavo posto (che oggi sarebbe festeggiato comunque con i fuochi in Arno) e con l’impiego di ben 30 giocatori, dalle 32 presenze di Fantini a quella unica di Meucci ed Ezzarouali.
Naturalmente, neanche il tecnico subentrato ed ex azzurro Marco Maestripieri rimise in sesto le cose ed è particolarmente significativa, alla luce dei giorni nostri, la presenza in quella stagione di Gabriele Bencivenni nella rosa della prima squadra con 8 presenze complessive e 2 reti messe a segno.
Molti furono gli avvicendamenti tecnici nel corso della stagione frutto però (e anche qui c’è un altra differenza) per lo più di operazioni di mercato condotte dal diesse Morandini che non di rescissioni contrattuali vere e proprie. Quindi, se le due stagioni possono portare anche a qualche analogia, l’epoca e il resto ci fanno oggi più propendere per una situazione complessivamente diversa. Ieri con Arduino Casprini si lottava per vincere ed un ottavo posto venne infatti salutato con i fischi, oggi si cerca nella rivoluzione tecnica una salvezza comunque non facile. Una differenza non di poco conto.