Roberto Malotti da Mercoledì è ufficialmente il nuovo allenatore della Sangiovannese e i tifosi già lo stanno appoggiando, per i suoi metodi di allenamento ma anche per la grinta trasmessa in appena 48 ore dalla nomina del suo nuovo incarico. E’ presto per chiedergli un giudizio sul gruppo ma intanto come lui stesso ci conferma si parte da buonissima base di partenza: “ Non per passare da presuntuoso ma con me si parte da zero e le cose passate sinceramente non mi interessano. Ancora chiaramente non posso farmi un’idea ben chiara del gruppo, quello che posso affermare con sicurezza è che vedo grande applicazione e voglia di lavorare il che costituisce una base di partenza fondamentale per chi come noi deve raggiungere la salvezza. Non vedo gente svogliata, dal mio canto oltre che dal lato tecnico devo farmi sentire anche in fatto di motivazioni e vedo che tutti stanno recependo quello che ho intenzione di inculcare nella loro testa“. Non parte da una tattica precisa anche se il suo “credo” calcistico prevede lo schieramento a tre punte: ” Non sono un allenatore che parte con un’idea precisa e quella deve portare avanti sennò non mette in campo l’11 alla Domenica. Di base parto con le tre punte ma non ci metto molto a cambiare assetto. Pensate, a Sesto nel 2012 ho giocato per buona parte delle partite col 3-5-2 giusto a confermare che non guardo troppo alla tattica ma ai giocatori che la società ha messo a disposizione”. Ancora difficile capire con quale 11 scenderà in campo col Siena: ” Il gruppo ha lavorato con un assetto ben definito fino ad oggi ed essendo arrivato da pochissimo non ho certo intenzione di stravolgerlo almeno per il momento. Da Martedì poi qualcosa cambierà sicuramente non appena avrò un quadro un attimino più chiaro della situazione ma di questa squadra conosco bene solo Romanelli e Regoli. Non sono un ipocrita, negli ultimi tre anni io non ho visto una partita di Serie D e solo ora sto immergendomi nuovamente in questo mondo. Il lavoro mi porta via molto tempo (gestisce tre ristoranti a Firenze n.d.r.) e proprio per questo sono abituato a prendere le squadre in corsa e solo negli ultimi mesi. Ho comunque del buon materiale che ho visionato e visionerò ancora anche per darmi un’idea della reale forza del Siena“. Ha cominciato ad allenare prestissimo, già a 30 anni con la Sestese che è stata di fatto l’unica società che l’ha visto protagonista sulla panchina: “ A San Giovanni ci ho giocato tra il 1980 e l’82 e come ultima annata da calciatore l’ho fatta a Grassina con Rosadini in panchina nel 90/91. L’anno dopo ho cominciato ad allenare la Sestese in Eccellenza e da Sesto in pratica non mi sono mai mosso. Proprio per le ragioni che vi ho spiegato più sopra non potevo e non posso permettermi di allontanarmi troppo da Firenze e così ho fatto questa scelta nonostante abbia avuto anche delle richieste in questi anni. Chi me l’ha fatto di tornare in pista dopo tre anni ? La passione per il calcio e poi alla Sangiovannese è difficile dire di no”.

Foto: Mauro Grifoni