Soltanto in 4 occasioni la Sangio era arrivata alla sesta giornata di campionato senza conoscere la vittoria. Gli attuali 3 miseri punti in classifica non rappresentano a dire il vero il minimo storico, furono infatti 2 nella stagione 1982-83 in Serie D ed addirittura uno nel campionato di terza serie 1940-41 con l’unico pari interno col Perugia al vecchio stadio a fronte di 5 sconfitte contro Signa, Forte dei Marmi, Spezia, Orbetello e Alba Roma.
Ma andiamo con ordine: per ritrovare gli azzurri a secco di successi dopo le prime 6 gare della stagione bisogna tornare alla C1 2007-2008 quando la prima vittoria arrivò solo alla giornata numero 8, 1-0 al Potenza al “Fedini” con goal decisivo di Salvatori.
Le altre tre occasioni invece sono state: nel torneo di C 1940-41 quando il successo giunse addirittura alla nona giornata, 2-0 alla Carrarese con le reti di Enzo Neri e Marino Passetti.
Successo invece giunto alla giornata numero 7 nel campionato di C 1975-76 quando con Costanzo Balleri in panchina i “nostri” ottennero la prima affermazione alla settima giornata, 1-0 all’ Empoli con goal di Marco Vastini dagli undici metri.
Ed ancora il disgraziatissimo torneo di quarta serie 1982-83, quando gli azzurri centrarono la loro prima vittoria soltanto alla decima giornata di andata superando per 1-0 il Rosignano con goal di Canneori, attaccante di Narni di buone qualità.
Incrociamo le dita e facciamo tutti i debiti scongiuri ma in ben 3 di queste 4 occasioni alla fine della stagione è arrivata la retrocessione nella categoria sottostante. Unica eccezione la squadra del 1975-76 che dopo il cambio della guida tecnica da Balleri alla coppia Furelli – Macchia seppe ottenere una clamorosa salvezza finale ai danni degli storici rivali del Montevarchi.
Insomma come si evince dai numeri non c’è da stare troppo allegri, anche perché bussano alle porte due incontri difficilissimi contro San Donato ed Arezzo che potrebbero, sulla carta, allungare la striscia negativa. E comunque mai dire mai soprattutto se tutto l’ambiente riuscirà a recuperare compattezza e voglia di uscire con ogni mezzo da questa situazione. Che vede tutti su un piano di colpevolezza sportiva, abbastanza singolare il fatto che la maggioranza dei tifosi indichi in questo momento l’allenatore più nel ruolo di vittima designata che altro.
Bene ha fatto la società invece a richiamare tutti e nessuno escluso di fronte alle proprie responsabilità e a ribadire come l’ancora lungo cammino consenta ampi margini di recupero. Ma non è questo il tempo per dividerci considerato anche l’obbiettivo di partenza che indicava nella salvezza quello più realizzabile. Chi legittimamente sogna e vuole una Sangio da quartieri più alti deve ancora pazientare….