Foto: ASD Sangiovannese 1927

È la sera del “Fedini”, quella dove nella gioia vera la gente, la nostra gente, è corsa a salutare e ringraziare la squadra, l’allenatore e….. perché no, anche la dirigenza dopo una rischiosa ma incredibilmente fruttifera rivoluzione d’inverno.

Si rientra da Sinalunga,  è una vittoria in campionato e non di un campionato, ma dalle nostre parti, si sa, funziona così.
Chi l’avrebbe detto un mese o due fa ?La Sangio del moschettiere Atos Rigucci viaggia a ritmo da primato, undici risultati utili di fila, roba da stropicciarsi gli occhi e di più.

Le prime ombre della sera avvolgono lo stadio, il tam tam è corso via veloce sui telefonini, sui social dopo la vittoria: “Si va al Fedini ad accogliere la squadra” come ai bei tempi !

Ed eccoli che arrivano, vecchi e giovani tifosi: quelli che hanno visto la Sangio di Giorgi e Petagna, quelli dell’era Casprini e Baiano oppure solo coloro che si sono nutriti dei racconti dei padri o dei nonni.
Arriva il pullman, tutti in tribuna, si canta, si balla e ci si abbraccia per quella mescolanza generazionale oltre ogni ceto e casta che soltanto il tifo per una squadra sa dare.
I giocatori scendono, si guardano intorno scoprendo giorno dopo giorno cosa vuol dire giocare per la Sangio e nella Sangio.

I magazzinieri Bindi e “chance” non sanno più dove guardare e dispongono le fila, Mirio a gran voce dice di accendere tutte le luci.
Maurizio Minghi in tribuna paga i caffè con disinvoltura, Marco Merli, il presidente Giovanni Serafini, Marcello Bucciarelli e Cristiano Caleri hanno per una sera volutamente lasciato il proscenio ai protagonisti del campo.

Mario Salucci non regge alla commozione: “Questa gente merita tutto e di più, sono qui per una partita vinta, pensiamo cosa succederebbe per un campionato. San Giovanni riesce ancora a stupirmi dopo tanti anni”.

Commosso Beppe Morandini, lui che ne ha viste tante: “Il calcio si nutre di questi momenti. Ci siamo noi, la squadra, il tecnico ma sono sempre i tifosi i protagonisti. Evviva San Giovanni, la nostra storia, la nostra cultura sportiva”.
La moglie Franca al telefono ha passo passo monitorato la posizione del pullman in arrivo, code solite della domenica in autostrada e con lei Davide Bindi eccitatissimo al pari di tutti gli altri.

Alessio Cottoni
riprende e immortala tutto, sta facendo un lavoro pazzesco dalle prime ore della mattina, persino un bel cane nero guarda con attenzione e per niente perplesso ciò che accade intorno.
Si spengono le luci del Fedini, dolce è la sera che scivola via.
E domenica tutti di nuovo qui, arriva la capolista ! Ma questa Sangio così messa non può temere nessuno !