A metà giugno il quadro resta nebuloso e, di più, anche se gira voce che nei prossimi giorni si arrivi alla auspicata fumata bianca con la cordata dei… sangiovannesi (al netto di ulteriori novità). Agli occhi della gente, di fatto, molte chiacchiere e poca sostanza, a meno che non si sia effettivamente lavorato a luci spente.
Se i nuovi (diciamo così) imprenditori riusciranno a trovare una rapida sintesi con un quadro più preciso riguardo alla gestione tecnica, si potrà avviare la nuova stagione e, con essa, la nuova società, conoscendo i nomi di chi ne farà parte.
Una società calcistica, peraltro, non ha bisogno soltanto di essere iscritta a un campionato, ma deve strutturarsi: sia per la parte tecnica (giocatori, allenatori, un responsabile che dirige il traffico), sia per quella amministrativa. E, come se tutto questo non bastasse, esiste la parte organizzativa di tutti i giorni che non è secondaria: un magazziniere, uno addetto al campo, ecc. ecc.
Allora io mi chiedo a che punto siamo di tutto questo. E non parlo di squadra più o meno competitiva, ma di una squadra semplicemente in grado di giocare il campionato di Eccellenza 2025-26 con dignità.
E, in questo caso, conoscendo tutte le difficoltà incontrate nella trattativa, era forse meglio partire dalla rovescia, e cioè individuare persone in grado di aiutare il progetto tecnico (ci sono sangiovannesi con l’azzurro dentro e da anni colpevolmente emarginati — penso, per esempio, a Stefano Chienni, ma anche a molti altri, alcune vere bandiere) e costruire intorno a loro la nuova struttura.
Iniziare con il necessario per crescere cammin facendo, insomma… una sorta di stati generali di uomini di buona volontà e con persone che sanno di calcio.
Si viaggia verso il centenario in un clima che alterna desolazione e speranza. Speriamo davvero di essere arrivati a una conclusione. Ne va del bene comune e anche della dignità delle persone tutte, indipendentemente dal certificato di nascita o di residenza.