L’ avversario ti si avvicina sempre di più, sempre di più. Te e lui……in un duello decisivo ed è ciò che è successo nella nostra area di rigore al tramonto della partita con il Poggibonsi.
E lì il portiere deve essere freddo, non anticipare le intenzioni del “nemico”, rimanere in piedi e fermo il maggior tempo possibile per non dare vantaggi all’attaccante. Un sottile gioco psicologico come il cane da “penna” che punta la preda o come Antonio Maspes fermo un’ora sulla pista del Vigorelli per fare passare avanti l’avversario. Ed è ciò che ha bravamente fatto il nostro Matteo Cipriani confermandosi affidabile, sicuro, esperto e chi più ne ha e più ne metta per davvero.
Un portiere che, di questo passo, “rischia” di entrare davvero in un ipotetico pantheon dei massimi numeri uno della storia azzurra lunga 95 anni. Che inizia sulle rive dell’Arno e poi in “pista” con il gatto nero Francini, padre di Romano a lungo dirigente del basket locale. Scendeva fra i pali con tanto di bianche ginocchiere e cappello con tesa simile alla coppola e, ovviamente, maglia tutta nera. Poi la storia del pallone sangiovannese passa restando fra i pali con Telleschi prima e poi con Alvaro Terrazzi da Firenze che venne coinvolto anche in una brutta storia giudiziaria risolta poi al meglio. Nel secondo dopoguerra imperversava in campo e fra le nostre ragazze Mauro Del Lucchese detto “Sonnino” per quel suo modo di appoggiarsi al palo della porta a palla lontana (per fortuna ). Il campionato 1958 fu vinto con il portiere fiorentini Pizzi, mentre nel 1964 Maturi, poi sindaco di Pontassieve, stabilì uno storico record di imbattibilità, alternandosi poi in corso d’opera con Monducci. L’ultimo portiere al vecchio Galli fu l’aretino Biagio Dreossi, il primo al nuovo stadio il figlinese Dante Soldi della rinomata ditta di fuochi artificiali e la cui figlia oggi è la stimata (niente po’ di meno) presidente della Rai. Gambe arcuate, altezza media anche per i tempi ecco da Campi Bisenzio Mario Gentile: un po’ a giorni alterni ma comunque protagonista della Sangio targata Giorgi – Grassi che riconquistò la Serie C dopo 25 anni di assenza.
Fu la volta poi del pisano Settini, scuola viola ma anche del veronese Dal Cer che era un buonissimo portiere. Ricordo di lui una partita straordinaria a Pistoia per esempio dove prese di tutto comprese le mele lanciate dagli spalti arancioni.
La Sangio di Petagna aveva nel mio grande amico Walter Ciappi da Gambassi Terme il suo Number One, il caro Walter dal ciuffo da eterno ragazzo e che ha festeggiato da poco i settanta e sempre in grande forma. E dopo, cito qua e là, Doveri un altro pisano, Zunico, per passare ad un giovane Fabrizio Lorieri: tutto ciò prima della caduta agli inferi e alla successiva rinascita sportiva.
Negli anni 90 imperversava il foggiano (che non si tocca) Severo De Felice seguito poi dal solido e per nulla svolazzante Cristian Tosti. Ed ancora Pierini, il grande Tardioli, Di Masi, Dei fino ad arrivare agli anni contemporanei. Mi chiedono sempre fra i portieri che ho visto in 50 e passa anni chi sono stati i migliori; dico Tardioli su tutti, un anno solo ma è bastato, poi Ciappi e sul podio ho quasi la tentazione di metterci proprio questo Matteo Cipriani che a me pare tanta e tanta bella roba, chiedendo scusa a chi ha fatto poi furore anche nel calcio più importante. Fino ad arrivare oggi a chiedermi cosa possa aver negato al nostro portiere una carriera più fulgida se non forse l’handicap di qualche centimetro in meno regalatogli da madre natura, in un contesto che oggi vuole gli estremi difensori sopra almeno l’uno e novanta di altezza e dico centimetri.