Seconda storia per la rubrica ” com’è nato il tuo amore per la Sangio ?”. A scrivere ad info@forzasangio.it è Fabrizio di Arezzo, il suo racconto che riportiamo di seguito è tutto da leggere:
Faccio una premessa doverosa. Sono nato e cresciuto ad Arezzo, e non sono mai entrato al Fedini. Anche se passavo poco lontano dallo stadio, quando lavoravo a Figline Valdarno (è passato un quarto di secolo, da allora).

Da dove nasce, quindi, il tifo per la Sangiovannese? La risposta è articolata, cercherò di essere breve. Diciamo che nasce nel tempo, ho sempre seguito con simpatia la squadra della vostra città. Perché? Boh…non lo so. Il calcio è strano, certe squadre ti piacciono, altre non vedi l’ora che retrocedano nelle più infime categorie.

Un anno fa ho conosciuto più da vicino la città, per motivi di lavoro; e, sempre per motivi di lavoro, ho avuto il piacere di incontrare personaggi come Luciano “Lupo” Ravenni, o come Samuele Mugelli. Così, ho cominciato a seguire con maggior interesse le sorti della Sangio. Quando poi sembrava che la situazione precipitasse, ho aderito all’iniziativa di personalizzare una poltroncina del Fedini. La numero 67, in particolare, che reca il mio nome e la dedica al nonno, con il quale ho condiviso la passione calcistica e, cosa non di poco conto, il rispetto per chi fa il tifo per l’altra squadra. Non potevo accettare che la Sangiovannese sparisse dal panorama calcistico, ho dato il mio piccolo contributo, ben contento di farlo.

Da pochissimi giorni non sono più a SGV, il lavoro mi ha riportato ad Arezzo. Ma continuo a seguire con attenzione le vicende calcistiche del Marzocco. E non escludo di essere presente al Fedini, prima o poi, a vedere una partita della Sangio. Magari proprio seduto nella poltroncina numero 67…

Saluti da Arezzo,

Fabrizio Bonucci