Quattro anni dopo Fabio Pallari è tornato sulla panchina della Juniores Nazionale: ” Si ma nel primo anno in Serie D l’ho fatto solo pochissime settimane dopo l’addio di Andrea Buset, ora si parte dall’inizio” e lo farà con grandi motivazioni come conferma in esclusiva al nostro portale: ” Sono molto contento perchè è un attestato di stima che mi inorgoglisce. E’ magari merito anche del percorso di lavoro fatto in questi anni all’interno della società e che ha portato buoni risultati non ultimo la promozione dei Giovanissimi ai regionali”. Avrà a che fare con un gruppo che già conosce rafforzato dagli arrivi di altri giovani già messi nel mirino: ” Avrò di base il gruppo dei 2001 coi quali ho lavorato tre anni fa sfiorando l’approdo ai regionali. Qualche nuovo elemento poi è già arrivato, Del Grosso sta lavorando tanto sotto questo profilo e anch’io ho una discreta conoscenza della materia per quanto riguarda le province di Arezzo e Firenze. Cercheremo di mettere su una squadra che possa divertire ed essere utile in futuro per la prima squadra”. E’ proprio questo l’obiettivo principale: consegnare alla Serie D elementi che possano tornare utili senza dover sistematicamente attingere altrove: ” Si, lavoriamo sopratutto per questo. Ho visto giovani nell’ultimo campionato di Serie D onestamente non trascendentali e questi col lavoro possono arrivare anche dal settore giovanile senza doverli cercare altrove spendendo magari di cartellino e rimborso. Poi magari può venire fuori anche il Nannini di turno perchè no ma intanto andiamo per gradi, stiamo ristrutturando tutto il settore giovanile proprio con quest’intento e sono sicuro che alla fine saranno raccolti tutti i frutti”. La paura di trovare un girone tosto come quello passato non lo tocca minimamente, anzi: ” Personalmente cambia poco giocare più in Toscana o fuori anzi, sapete che vi dico ? Che un girone Juniores come quello passato è più formativo per i ragazzi perchè li costringi ad andare a letto la sera presto e ad affrontare trasferte ed avversari più quotati. Capisco che per la società sarebbe un esborso non indifferente ma per la crescita dei ragazzi preferisco andare più fuori regione che nei campi limitrofi”.