Dice Guccini (Francesco) che l’Emilia sia una lunga striscia di asfalto inframezzata da case e campanili con l’odore sempre pieno della campagna e del letame, la dove il maiale assume i connotati di un Dio pagano e benedetto. L’Emilia bassaiola che Edmondo Berselli raccontava nelle sue viscere fra il rombo del “mutur ” e la sua gente laboriosa, le lotte sindacali e l’emancipazione delle donne. Da Bologna mia nonna per parte materna tornava un tempo quasi sconvolta “la’– diceva – le donne lavorano e fumano tutte con un che di peccaminoso e di proibito“. Sulla lunga striscia di asfalto che dal capoluogo porta a Modena sta proprio in mezzo Castelfranco Emilia, un paesone come tanti altri da quelle parti dove la nebbia ti assale in inverno e il sole picchia forte in estate. Modenesi per forza ma il cuore dei castelfranchesi batte per la “dotta” e nel football per i colori rossoblu. La prima partita della storia fra le due squadre ha coinciso anche con l’ultimo successo al Fedini dei nostri: da allora copiose umiliazioni e record negativi in serie ….proprio nel 50esimo dello stadio e 90esimo dalla nascita della società. Intanto si è toccato il poco edificante primato delle 17 sconfitte stagionali, uguagliando i due peggiori tornei della storia patria. Non perdere più da qui alla fine vorrebbe dire giocarsi le ultime fiches di salvezza allo spareggio e questo è il minimo o il massimo che si può oramai raggiungere. Con l’impegno e il sudore di tutti e senza isterie collettive (il pubblico a rigor di logica può essere contento di una stagionaccia così ..?). Chiudo dicendo che con questo Castelfranco Emilia sono state 6 le “modenesi ” affrontate nella storia: i canarini del capoluogo un tempo nobilissimi incrociati in serie C nel torneo 1974-1975 e poi Carpi, Sassuolo, Mirandolese e Castelvetro. E fra i calciatori o tecnici di queste terre io qui ne ricordo due: Laio Corghi grande portiere canarino del terzo posto del dopoguerra in serie A e che guidò la Sangio di fine anni 60 ed Ermanno Ricci di Marano sul Panaro attaccante bravo e sfortunato di quasi 50 anni fa.

Ps: la trasferta di domani in Emilia e un’altra buona occasione per gustare i prodotti della cucina modenese. Antipasti con gnocco fritto e tigelle servite con gli affettati, lo squacquerone e il lardo da spalmare. Poi ci si può tuffare nei tortelli classici di zucca o di erbette o all’amaretto oppure un bel risotto all’aceto balsamico.  Bella la visita ad una delle tante acetaie della zona dove si può toccare con mano il processo di invecchiamento. Poi le cantine del lambrusco secco, semisecco o amabile ce ne sono alcune dalla piccola produzione davvero notevoli. E i caseifici con il parmigiano dalle varie stagionature perché il re dei formaggi si produce, oltre che nei territori di Reggio e Parma, anche nel modenese e nella bassa mantovana di qua dal Po. Buon appetito a tutti

Nella foto siamo nel 1993: la Sangio di Casarsa e Lucarelli ha battuto il Bozzano. Dopo 10 anni si da l’addio ai tornei regionali ritrovati solo 17 anni dopo causa le note vicende societarie. Con i tifosi si riconoscono da sinistra Benedetti, Ducci, Bargellini ed il compianto Frullini.