La foto ritrae Paolo Brogialdi in uno stadio completamente innevato, quando gli inverni lo erano per davvero e la coltre bianca faceva spesso visita in Valdarno. Siamo agli inizi del 1968, un avvio del nuovo anno particolarmente inclemente che portò alla sospensione della partita casalinga col Piombino dopo 48 minuti. Paolo è un giovane ventenne giunto con belle speranze dalla “De Martino” dell’Arezzo e con lui l’attaccante ed ex amaranto Gigi Falasconi. La squadra del presidente Giuliano Balestri è allenata prima da Giorgio Michelotti poi dal triestino Antonio Sessa. Campionato decisamente in salita, alla fine soltanto tre punti divideranno la Sangio dalla Cuoiopelli terzultima della classe e retrocessa con Narnese ed Orvietana. Accanto alle glorie locali Burini, Kostner, Sguazzini, Cianchi e Matassini ci sono Gigi Falasconi, il rosso Enrico Venturelli dalla Versilia, il talentuoso ma inespresso Gino Rizzo, i livornesi Novi e Moriani, l’alessandrino Stradella, i portieri Dante Soldi da Figline e Mario Gentile da Campi. Ma è una stagione che offre spazio anche per i più giovani: Luciano Ravenni, “frizzino” Bartalesi, Piero Nosi che esordisce e segna subito al Grosseto e, appunto, il maremmano Paolo Brogialdi che al termine della stagione metterà insieme 7 presenze in campionato ed un goal segnato al Pietrasanta (3-0 il finale con a segno anche Sguazzini e Falasconi ). Nato ad Alberese, Paolo ama ricordare la sua giovinezza trascorsa in una natura davvero incontaminata e bellissima come poteva esserlo allora la costa sud della nostra regione. Personaggio conosciuto ed apprezzato poi anche come tecnico e opinionista televisivo, lo ringraziamo per averci dato la possibilità di ricordare insieme un tempo già parecchio lontano. Peraltro, Brogialdi è stato il primo grossetano a vestire la maglia azzurra, oggi c’è in squadra il giovane Rotondo mentre fra i grandi maremmani in azzurro impossibile non ricordare Pierino Braglia per tre volte sulla panchina della Sangio.