Nel folto gruppo di doppi ex che accompagnano il derby numero 104 tra Sangiovannese e Montevarchi c’è anche Alessio di Mella, che con la nostra maglia è stato per quattro stagioni consecutive conquistando anche una promozione in C2. Il suo ricordo di quella esperienza è ancora vivo, alla pari di sei anni trascorsi a Montevarchi rappresenta la tappa più importante della sua buona carriera che lo ha poi visto vestire altre maglie di formazioni toscane e non solo. Lo abbiamo avvicinato per parlare la gara che andrà in scena al Fedini e il primo pensiero va dritto verso una persona ben definita: “A San Giovanni sono stato benissimo, quattro anni molto intensi e il ricordo di una grande persona come Casprini che resterà per sempre impressa nei miei pensieri. Era un altro calcio, lo ammetto, ma presidenti come lui o Vasco Farolfi e Lezio Losi tanto per citarne un paio non ci sono più almeno nelle nostre latitudini”. Il ricordo più bello in maglia azzurra naturalmente il passaggio nei professionisti: “Nella stagione 99/2000 vincemmo il campionato e fu una sorta di liberazione perché erano già tre anni che cercavamo il salto nei professionisti ma non ci riuscivamo. Poi il duello con il San Gimignano, l’ultima partita in casa con il Civitavecchia e anche la soddisfazione di conquistare lo scudetto di categoria. Sicuramente è questo il ricordo più bello ma proprio come a Montevarchi era l’ambiente stesso che faceva la differenza, dal tifo all’organizzazione ho avuto modo di lavorare in società che non ci hanno mai fatto mancare niente”. È Piero Braglia l’allenatore col quale ha lavorato meglio nell’arco della carriera: “A San Giovanni passammo nei professionisti con Acori in panchina ma se proprio devo citare un nome faccio quello di Piero Braglia per me il più grande di tutti. Con lui sono stato nell’anno in cui perdemmo il campionato per un punto con la Rondinella di Indiani, Baroni e Barzagli. Se sbagliavi la settimana prima qualcosa in partita la volta successiva entravi ben conscio di quello che potevi fare perché lui sapeva bene dove poterti correggere e dare i suggerimenti giusti. Non è un caso la carriera che ha fatto, tutto oggi è uno degli allenatori più quotati di Serie C”. Dei quattro campionati in forza al Marzocco ha anche un piccolo rimpianto: “Il non aver partecipato alla scalata in serie C1. Dopo la prima stagione nei professionisti, nell’estate del 2001 accettai le lusinghe del Brindisi dove vinsi un altro campionato di Serie D. Ma col senno del poi sarei rimasto molto volentieri a San Giovanni per tentare un ulteriore vittoria di campionato, non ho rimpianti di quell’esperienza pugliese ma mi sarebbe piaciuto, e non lo nascondo, provare a vincere un altro campionato con la Sangio”. Veniamo ai giorni tosti, alla partita numero 104 delle due società. Ha una sua personale opinione: “Per come se la stanno passando le due formazioni credo che vincerà la paura di perdere, la classifica non sorride e visto che parliamo di una gara dove la posta in palio è altissima non soltanto per un discorso di graduatoria potrebbe, secondo me, nascere un pareggio. Se sarò allo stadio? Dallo scorso campionato, dopo circa 15 anni, sono entrato nei quadri dirigenziali dell’Atletico Leona Levane in Prima Categoria e quindi seguirò la partita soltanto da lontano. Ma sarà una domenica particolare anche per me”.

Si ringrazia per la foto Martin Casini